“Un rischio inaccettabile per il futuro del porto”. Così viene definita dal segretario generale Uil Trasporti Sardegna Valerio Mereu e del segretario regionale Giovanni Maria Cuccu l’ipotesi di un cambio di destinazione d’uso del Porto Canale di Cagliari. In una nota i sindacalisti analizzano la situazione.
“La Uil Trasporti Sardegna esprime forte preoccupazione per la nefasta ipotesi che circola in questi giorni e che sarà portata al tavolo di Partenariato e del Comitato di Gestione, relativamente alla modifica della destinazione d’uso della banchina del porto canale di Cagliari – scrivono in una nota -, soprattutto in questa fase di imminente scadenza del mandato del presidente Massimo Deiana e con l’orizzonte della nuova riforma dei porti che si fa sempre più concreta. Tanto meno è opportuno compiere un passo del genere a fine mandato e con il nuovo presidente ormai in arrivo”.
E aggiungono: “La futura pianificazione del porto sia lasciata al prossimo presidente – precisano – . Ci sembra un colpo di coda non opportuno, poiché le banchine sarebbero destinate ad attività non portuali che possono essere esercitate in altre aree, senza alcuna connotazione di interesse pubblico. Tutto ciò rappresenta un rischio inaccettabile per il futuro del porto, tanto più se consideriamo che gli attuali spazi dati in concessione per il traffico container sono ormai saturi e ci sono incoraggianti segnali di ulteriore incremento. Utilizzare le banchine per usi diversi significherebbe impedire ulteriormente il ritorno dei traffici containerizzati e vanificherebbe le possibilità di reinserimento in ambito lavorativo del personale Kalport, che hanno potuto beneficiare della proroga scaturita dall’ultima Legge di Bilancio dello Stato”.
Secondo i sindacalisti “sarebbe grave compiere passi in avanti non condivisi con la Comunità Portuale, con la Città, col Cacip proprietario delle gru, e con la politica, anche in virtù dell’incontro regionale del 6 maggio con gli assessorati all’Industria, Trasporti e Lavoro, propedeutici all’incontro con la presidente della Regione Todde, prima di assumere decisioni che certamente comprometterebbero in modo definitivo il rilancio delle attività commerciali legate al Transhipment – si legge -. Le potenzialità ci sono ancora e i cambiamenti geopolitici in corso nello scacchiere internazionale offrono ampi margini in questo senso. Inoltre, richiediamo con forza che si proceda a una scrupolosa verifica di tutta la documentazione amministrativa relativa a questa potenziale operazione, così come è già avvenuto per precedenti istanze. Segnaliamo che la Società a cui si vorrebbe affidare una parte della banchina è già venuta meno agli obblighi che le hanno consentito di ottenere l’art. 16 non più di un mese fa, riducendo l’organico e trasferendo ad altre aziende il personale indicato nell’organico dell’art. 16”.
per la Uil “è fondamentale garantire la massima trasparenza e il pieno rispetto delle procedure e la concorrenza leale con le altre imprese portuali presenti”. I sindacalisti chiedono “che il ministero dei Trasporti con il ministro Salvini o con il vice Rixi, e la Presidente Todde intervengano rispetto a un asset strategico che tenga in massima considerazione il ruolo fondamentale del porto canale nell’ambito del Transhipment e per l’economia del Mare della Sardegna”.