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Porto canale in crisi, appello sindacati: “La banchina non venga frazionata”

22 Febbraio 2021 Cagliari, Cronaca, Economia
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Messa in sicurezza dei lavoratori dell’ex Cict e strategia unitaria per il futuro del Porto canale. Con un punto fermo: la banchina dello scalo cagliaritano non deve essere frazionata in attività di altro tipo. Sono queste le richieste della Uiltrasporti Sardegna al presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, nel giorno in cui i lavoratori hanno organizzato un sit-in davanti a Villa Devoto.

“Chiediamo innanzitutto di fare pressione sul governo perché l’Agenzia dei lavoratori del transhipment sia inserita nel decreto Ristori 5 così come è stato fatto in passato per altre realtà portuali – spiega il segretario generale della Uiltrasporti Sardegna, William Zonca -. Riteniamo che dopo le fasi d’insediamento del nuovo Governo i ministeri competenti, la Regione sarda e l’Autorità portuale debbano esplorare immediatamente le intenzioni di tutte le società che fino ad oggi hanno mostrato interesse per lo scalo cagliaritano perché riteniamo che la posizione baricentrica di Cagliari e l’imminente concessione della Zona economica speciale (Zes) possano completare l’offerta, rendendo il porto industriale di Cagliari un polo fondamentale per il transhipment internazionale”.

La Uiltrasporti sarda è comunque netta su un fatto: la banchina del porto industriale dovrà continuare ad essere utilizzata per il transhipment senza micro-frazionamenti di attività diverse dal trasbordo container, come invece proposto da Grendi. “Ci sono tutte le condizioni per far sì che un competitor possa essere inserito nella banchina senza danni per nessuno, né preclusioni per altre realtà esistenti o in via di costituzione – spiega Zonca -. Questa è secondo noi una questione di fondamentale importanza per il rilancio del transhipment e su questo siamo sempre stati chiari con l’Autorità portuale, con la Regione e le istituzioni competenti. Secondo noi occorre un’azione unitaria in questa direzione: un’impostazione differente sarebbe un danno per la Sardegna e impedirebbe allo scalo di essere un volano per l’economia de territorio”.

Nel caso in cui non dovesse andare a buon fine un’esplorazione senza call, la Uiltrasporti ritiene fondamentale una nuova call molto meno stringente di quella precedente. “Con l’istituzione della Zona economica speciale e nuovi incentivi verso chi vuole investire nel transhipment in Sardegna, il porto di Cagliari potrebbe essere indicato dallo stesso ministero dei Trasporti come polo fondamentale al centro del Mediterraneo per il trasbordo dei container”.

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