Polmonite batterica, 8 ricoveri a Sassari. La Asl: “Tutto sotto controllo”

Sono due i casi di klebsiella pneumoniae (polmonite batterica) multiresistente agli antibiotici riscontrati nel territorio di Sassari. Il primo paziente è ricoverato nel reparto di lungodegenza del Santissima Annunziata, mentre il secondo è stato trasferito dalla lungodegenza dell’ospedale di Ittiri al reparto di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari.

Il paziente dell’ospedale civile sta bene, non ha febbre e si alimenta autonomamente. A confermarlo è la direzione medica del Santissima Annunziata nel bollettino diramato in giornata. In via di miglioramento anche le condizioni del paziente arrivato da Ittiri e preso in carico dall’Azienda ospedaliera universitaria (Aou). “Gli altri sei pazienti ricoverati nello stesso reparto, risultati positivi ma asintomatici, oggi sono stati sottoposti alla seconda fase dello screening”, fa sapere l’Asl sassarese a proposito del timore di un’epidemia nella Lungodegenza dell’ospedale civile.

La situazione è sotto controllo – precisa la direzione sanitaria – non si tratta di epidemia ma di un caso isolato di paziente positivo all’emocoltura”. “Secondo quanto previsto dalle procedure ministeriali – sottolinea ancora la Asl – è stato necessario eseguire lo screening a tutti i pazienti ricoverati nel medesimo reparto”. Proprio attraverso il primo screening “sono stati riscontrati altri possibili portatori dello stesso germe: al momento non risultano malati o con sintomi, ma sono in corso ulteriori accertamenti”.

La resistenza dei microorganismi agli antibiotici è un problema diffuso soprattutto tra i pazienti in condizioni di
forte deperimento o in persone con gravi deficit immunitari. “Si è messo in atto ciò che è previsto dai protocolli ministeriali – assicurano i responsabili della sanità sassarese – il paziente portatore di klebsiella pneumoniae multiresistente è stato isolato tempestivamente e il personale di assistenza utilizza tutti i presidi necessari”. Per precauzione anche gli altri pazienti risultati positivi alla prima fase dello screening sono stati messi in zone separate dagli altri degenti.

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