Politiche attive del lavoro, l’assessore Mura incontra i sindacati. Critica la Cgil

La riforma dei servizi per il lavoro entrerà a regime il primo luglio (leggi qui) e si è arrivati alla vigilia di due dei passaggi più ostici, per la loro complessità: statuto e pianta organica dell’Aspal – l’ente che ha preso il posto dell’Agenzia regionale per il Lavoro – sono in fase di definizione e già nei giorni prossimi dovrebbero essere varati con atti della Giunta regionale. È questo uno dei punti oggetto del confronto tra l’assessore del Lavoro, Virginia Mura, ed i rappresentanti delle confederazioni regionali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl per fare il punto sulle Politiche attive per il lavoro e sullo stato di attuazione della legge regionale 9/2016, che ha recentemente riformato l’organizzazione delle politiche per il lavoro in Sardegna.

“Abbiamo bisogno di condividere i vari elementi di una normativa molto importante – ha detto l’assessore Mura – che è urgente possa divenire quanto prima pienamente operativa per fornire un servizio di qualità all’utenza. Una riforma il cui successo deve stare a cuore a tutti i soggetti, pubblici e privati, che si occupano dei problemi del lavoro in Sardegna”. Riguardo le politiche attive “molte misure – ha detto l’esponente della giunta Pigliaru – sono state attivate sperimentalmente dall’esecutivo, attingendo alle risorse della vecchia programmazione 2007-13. Oggi, dunque, quando siamo all’inizio del nuovo ciclo 2014-20, è utile e opportuno effettuare un’analisi puntuale per decidere se e come modificare le Politiche attive messe in campo dalla Regione, al fine di individuare risultati e criticità e quindi operare i necessari correttivi, in vista del passaggio di queste azioni da sperimentali a strutturali. In questo senso – ha concluso Mura – il dialogo con le organizzazioni sindacali, che è sempre stato fitto e proficuo, lo è ancora di più oggi: collaborando insieme possiamo affinare al meglio ogni singola misura, per renderla più efficace e funzionale”.

Tiepida la reazione della Cgil. “Nell’attuazione delle politiche attive manca l’accelerazione necessaria, registriamo un nuovo impegno a fare di più e meglio ma le azioni in campo non appaiono decisive per raggiungere i risultati”, è stato il commento del sindacato. “Il punto – si legge in una nota – è che non c’è stato quell’avanzamento sollecitato dal sindacato già diversi mesi fa, quando erano emerse tutta una serie di criticità e ostacoli da rimuovere per sbloccare le diverse misure previste nella delibera quadro Priorità Lavoro. Oltre a questo, la Cgil sollecita, ancora una volta, la necessità di individuare ulteriori misure differenziate per target, che riescano a dare risposte alle diverse esigenze. In generale, il sindacato attende il confronto, così come concordato nei giorni scorsi con il presidente della Regione, allargato anche ai diversi assessori, per affrontare il tema complessivo dell’intreccio tra politiche di sviluppo, settoriali e per il lavoro. Serve infatti un’azione sinergica della Giunta volta a realizzare le condizioni necessarie alla costruzione di nuove occasioni di lavoro”.

“Alla debolezza riscontrata nell’attuazione del contratto di ricollocazione e della flexicurity – prosegue la nota – la Regione vorrebbe far fronte fondendo i due strumenti: è un’ipotesi alla quale la Cgil non ha detto no, ma ha subordinato un parere definitivo a una più puntuale esplicitazione della proposta, delle risorse destinate alla sua copertura e della platea dei destinatari, ricordando di essersi sempre espressa per un allargamento dei destinatari della misura flexicurity. Sul progetto Ico per il reimpiego dei lavoratori edili, dopo le molteplici sollecitazioni sindacali è emerso che in tempi brevi si riunirà la cabina di regia e che dovrebbero essere stati superati tutti i problemi. Per quanto riguarda il prestito previdenziale – ovvero la misura che permette ai disoccupati anziani di versare volontariamente un paio di anni di contributi per raggiungere la pensione – l’assessore ha fatto sapere che è in fase conclusiva la costituzione del fondo alla Sfirs e la stipula della convenzione con l’Inps. Ai disoccupati verrebbe quindi concesso un prestito di scopo e, nell’attesa di ricevere l’assegno pensionistico, verrebbero impegnati in attività socialmente utili.

Nel corso della riunione è stata poi proposta la sigla di un accordo istituzionale per attivare un’ulteriore fase di welfare to work con un finanziamento di circa 2 milioni e ottocentomila euro ma il tema verrà approfondito in un incontro dedicato mercoledì prossimo. In merito ai ritardi nell’erogazione delle indennità 2014 e 2015, l’assessore ha preso l’impegno di verificare i tempi con l’Inps, in modo da poter utilizzare le risorse del fondo di sviluppo e sociale, anche con anticipo da parte della Sfirs”.

 

 

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