Polemiche in una scuola a Pirri, insegnanti ‘sconsigliano’ ai bambini di partecipare ai test Invalsi: “Creano ansia”

di Umberto Zedda

I test Invalsi sarebbero “fonte di stress per i bambini, meglio non partecipare”. E’ il motivo che alcune insegnati hanno fornito per sconsigliare di partecipare ai test. Un consiglio che non è andato giù ad alcuni genitori. Al centro della polemica c’è la scuola primaria di Pirri.

Nei giorni scorsi, alla redazione di SardiniaPost è arrivata la lettera di un genitore con un figlio iscritto all’Istituto comprensivo Pirri 1-2. Nella lettera il papà racconta, come detto, che alcune insegnanti avrebbero sconsigliato agli alunni di presentarsi alle prove nazionali, definendole fonte di ansia e sostenendo che “non sarebbero stati in grado di affrontarle”.

Le Prove nazionali Invalsi sono prove scritte svolte ogni anno dagli studenti italiani. Il loro scopo è valutare i livelli di apprendimento di alcune materie: Italiano, Matematica e Inglese. In base ai risultati si ottengono indicazioni per la valutazione di classe, istituto, regionale e nazionale.

“Le maestre hanno detto ai bambini che c’era la possibilità di non presentarsi e che il giorno dopo (ieri, ndr) non ci sarebbe stata scuola a causa dello sciopero”, si legge nella lettera inviata in redazione. Il genitore, amareggiato, non contesta il diritto allo sciopero, ma il messaggio trasmesso ai piccoli studenti: “Trovo profondamente inappropriato che si instilli nei bambini l’idea che possano scegliere se affrontare o meno un impegno come un test o la frequenza scolastica – scrive in forma anonima -. Si crea un precedente dannoso per la loro crescita e responsabilità. Anziché supportarli nel gestire eventuali difficoltà, si alimentano paure inesistenti e si trasmette un messaggio di deresponsabilizzazione”.

E poi nella lettera ribadisce il suo pensiero: “È un atteggiamento diseducativo – si legge -. L’ansia al bambino la metti tu, insegnante, in questo modo. Mio figlio deve pensare di poter superare ogni test. Se si mina ora la loro autostima, è un grave problema. Tutti o quasi tutti i genitori hanno lamentato questo episodio: non ci si aspetta dagli insegnanti un comportamento simile, soprattutto a spese dei bambini”.

I genitori però non si sarebbero rivolti al dirigente scolastico e nemmeno confrontati ancora con gli insegnanti. Lo confermano le parole del dirigente scolastico dell’Istituto, Valentino Pusceddu: “Non ne ero a conoscenza – ha confermato a Sardinia Post – , ma posso dire che si tratta di un comportamento non corretto, sia da parte degli insegnanti che da parte del genitore. Quest’ultimo avrebbe dovuto seguire l’iter ordinario e segnalare la cosa direttamente a noi. In ogni caso, se le cose sono andate davvero così, si tratta di un comportamento professionalmente scorretto e anche perseguibile disciplinarmente. Verranno presi i provvedimenti del caso, qualora si riscontrassero violazioni effettive”.

Il dirigente sottolinea che il malessere verso i test Invalsi esiste, soprattutto nella scuola primaria, dove spesso “il materiale arriva in ritardo e le prove non sono riconosciute come attività valorizzante per il personale docente”.

“Non è una motivazione sufficiente per far desistere gli alunni – continua Pusceddu -. Tutte le prove generano ansia. Ma gli Invalsi servono proprio a capire dove intervenire per migliorare. Non far venire i ragazzi a scuola non è mai la strada giusta. È dovere dell’insegnante accompagnare gli alunni nel modo più sereno possibile”.

Alla domanda sul motivo per cui non si sia deciso di rivolgersi direttamente alla scuola, il genitore ha spiegato così la scelta di scrivere a un giornale: “Non voglio parlare e dare altre informazioni perché è un qualcosa che è già successo. Ci sono state lamentele analoghe qualche anno fa e il dirigente si era schierato con le maestre, sempre per la questione Invalsi. Chi si è poi lamentato maggiormente è stato deriso pubblicamente e ha abbandonato la scuola. Abbiamo già provato a parlare ma non si risolve niente. Non faremo alcun appello perché siamo soli”.

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