La Sardegna si conferma come la regione con la fecondità più bassa, con un tasso di 0,91 figli per donna, stabile rispetto al 2023, mentre al primo posto della classifica nazionale 2024, per la fecondità più alta in Italia, con un numero medio di figli per donna pari a 1,39, seppur in leggero calo rispetto all’anno precedente (1,43) c’è ancora il Trentino-Alto Adige.
I dati, pubblicati oggi dall’Istat e riportati dal sito Ansa Sardegna, evidenziano anche altre regioni con valori di fecondità più bassi, come il Molise (1,04), la Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, che ha registrato la flessione più significativa (da 1,17 a 1,05), e la Basilicata (1,09), che non ha registrato cambiamenti rispetto al 2023.
Tra queste, Basilicata, Sardegna e Molise sono anche quelle con il calendario riproduttivo più posticipato. L’età media al parto in queste regioni è di circa 33 anni, con la Sardegna e la Basilicata a 33,2 anni e il Molise a 33,1 anni. Questi dati seguono da vicino il Lazio, che ha un’età media al parto di 33,3 anni.
Inoltre, l’Istat ha registrato un aumento della speranza di vita in Italia, che nel 2024 si attesta a 83,4 anni, con un incremento di quasi cinque mesi rispetto all’anno precedente. Tuttavia, nelle aree interne del Paese, si sta osservando una perdita di popolazione più significativa. Le regioni con le maggiori perdite demografiche sono la Basilicata (-6,3 per mille) e la Sardegna (-5,8 per mille), evidenziando una persistente emorragia di residenti nelle zone meno centrali.