Poche medicine per seguire le terapie. Cure a rischio per la fibrosi polmonare

Rischiano di subire un pericoloso rallentamento le cure per i pazienti affetti da fibrosi polmonare idiopatica (Ipf) a causa delle scorte di medicinali presenti nelle farmacie ospedaliere sempre più ridotte. A denunciare la situazione è l’associazione Ipf e Malattie rare del polmone che mette in evidenza quali siano le difficoltà per i pazienti affetti da questa malattia. “In Sardegna ci sono persone affette da malattie rare al polmone che vedranno presto interrotte le loro terapie – scrivono – perché le farmacie ospedaliere non dispongono di budget sufficiente per acquistare l’emoderivato Alfa1-Antitripsina”.

L’allarme, stando a quanto riportato nel comunicato dell’associazione, è partito da alcuni ospedali di Cagliari che già dalla scorsa settimana hanno dovuto chiamare i pazienti per comunicare loro l’interruzione della terapia per l’indisponibilità del farmaco salvavita. Presto anche altri pazienti, non solo quelli residenti nel capoluogo sardo, vedranno interrotta la loro terapia. Sono circa 500 in Sardegna le persone affette da fibrosi polmonare idiopatica, mentre circa 300 le persone a cui è stata diagnosticata una grave malattia genetica, il Deficit di Alfa-1Antitripsina (Daat), di queste solo 23 ricevono attualmente una terapia.

“In Sardegna la situazione dei pazienti colpiti da Ipf e altre malattie rare del polmone è gravissima – spiega Tindaro Gianno, presidente dell’associazione Ipf e Malattie rare del polmone – chi è colpito da queste patologie ha una vita molto difficile, azioni semplici e automatiche come il respirare sono delle vere proprie imprese e la continuità della terapia è fondamentale per la qualità e l’aspettativa di vita dei pazienti. Fin da quando è stato avviato il piano vaccinale in Sardegna abbiamo fatto presente che le persone affette da Ipf e da altre malattie rare del polmone non erano state incluse nell’elenco dei soggetti fragili a cui dare priorità nella vaccinazione, ma non ci è stato dato ascolto e molti di noi non hanno ancora ricevuto il vaccino. Adesso la notizia che chi è affetto da Daat vedrà interrotta la terapia ci ha spinto a portare la situazione sarda all’attenzione di tutti i media, sperando di poter ottenere le cure che ci spettano di diritto”.

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