Ploaghe, piccole discariche (di amianto) crescono: la denuncia del Grig

“Ci sono usanze che, in Sardegna, probabilmente non si estingueranno mai, come se fossero incise nel dna dei sardi.
Tra queste, c’è senza ombra di dubbio, il tradizionale “abbandono dell’àliga dove capita”, ossia l’abbandono dei rifiuti ovunque, preferibilmente in zone di campagna o sul ciglio della strada, le cui origini si perdono nella notte dei tempi”. Così si legge in una nota inoltrata dal Gruppo di Intervento Giuridico riguardo a una discarica segnalata nel Sassarese.

“Non esiste un angolo della nostra meravigliosa Isola, nel quale non si trovino i segni di questa usanza, da nord a sud, da est a ovest, sarà inevitabile imbattersi in un sacchetto dei rifiuti, in un lavandino sbreccato, in una cucina a gas ormai inservibile, in qualche lastra in amianto vintage. Una delle ultime segnalazioni che l’associazione ambientalista Gruppo d’Intervento Giuridico ha ricevuto al riguardo, arriva da Ploaghe (SS) dove un variegato cumulo di rifiuti emerge lungo la strada vicinale Ploaghe–Cantarisone, a ridosso della strada Sassari – Olbia (località Cantarisone) tra Ploaghe ed il bivio per Ardara”.
L’associazione ha quindi inoltrato lo scorso 2 novembre  una specifica richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni provvedimenti alle amministrazioni competenti (tra le quali il Comune di Ploaghe, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, i Carabienieri del N.O.E., la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari).

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“In ogni caso l’abbandono e il deposito incontrollato di rifiuti sul suolo, nel suolo, nelle acque superficiali e sotterranee sono vietati (art. 192 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.): il sindaco competente dispone con ordinanza a carico del trasgressore in solido con il proprietario e con il titolare di diritti reali o personali sull’area la rimozione dei rifiuti ed il ripristino ambientale. Trascorso infruttuosamente il termine assegnato, provvede d’ufficio l’amministrazione comunale in danno degli obbligati. Particolare gravità riveste l’abbandono di lastre in eternit: si ricorda che sono costituite da un impasto di cemento e amianto e possono rilasciare fibre di amianto se abrase, perforate, spazzolate o se deteriorate, con gravi conseguenze per la salute delle persone che ne vengono a contatto (è, infatti, dimostrato che anche bassissime esposizioni a polveri di amianto possono indurre un preciso tumore polmonare, il c.d. mesotelioma pleurico). Per tali motivi, il nostro ordinamento prevede specifiche modalità per lo smaltimento delle lastre realizzate con fibre di amianto (legge n. 257/1992 e s.m.i.).

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Sarebbe proprio il caso che tali danni e pericoli per l’ambiente e la salute pubblica venissero rimossi da un’area agricola e presso un invaso idrico di uso pubblico.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus auspica un solerte intervento da parte delle Autorità competenti a tutela dell’ambiente e della salute pubblica”.

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