Picchiato e rapinato in casa a Padru, la “mente” era il nipote

Sarebbero un nipote e due suoi amici i responsabili della rapina in casa ai danni di Mario Miscera, il pensionato di 73 anni legato e picchiato la notte del 29 ottobre scorso a Padru. Rapina che fruttò ai rapinatori un bottino di 14 mila euro. In carcere sono finiti Gianfranco Secchi, 37 anni di Padru, nipote della vittima, e gli olbiesi Salvatore Carta, 45 anni, e Smeraldo Luzzi, di 47. Tre mesi di indagini e sopralluoghi hanno consentito di stringere il cerchio sui tre uomini, partendo dal Dna ritrovato sul nastro da imballaggio utilizzato per legare l’anziano padrone di casa, un ex emigrato in Germania ritornato da qualche anno a Padru.

Sin dall’inizio dell’attività investigativa, così come spiegato in una conferenza stampa dei carabinieri dal maggiore del reparto operativo di Sassari, Emanuele Panara, e dal maggiore Saverio Aucello del reparto territoriale di Olbia, l’attività investigativa si era focalizzata sulla cerchia delle conoscenze strette dell’anziano. I rapinatori, infatti, per sorprenderlo nel sonno erano entrati in casa passando direttamente dalla finestra della camera da letto dove dormiva l’uomo, poi legato e picchiato selvaggiamente. I tre, tutti con precedenti per reati contro il patrimonio, sono stati rinchiusi nel carcere di Bancali: sono accusati di rapina aggravata in concorso e lesioni personali gravi. Un’altra persona, incensurata, è stata denunciata per concorso nella rapina, mentre altre due sono state denunciate per favoreggiamento.

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