Peste suina, animali allo stato brado. Sequestrato un allevamento abusivo

Continua la lotta alla peste suina nelle campagne della Sardegna, attraverso interventi mirati a contrastare l’allevamento irregolare di maiali. Nella zona di Bottida, in località Sinnito, sono stati trovati venti capi non registrati all’anagrafe zootecnica e non identificati, quindi non sottoposti ai dovuti controlli igienico sanitari da parte dei servizi veterinari. All’intervento hanno partecipato il servizio veterinario dell’Ats, il Gruppo di intervento veterinario, gli uomini del Corpo forestale e i loro nuclei investigativi provinciali di polizia ambientale e forestale di Sassari. Al proprietario degli animali, per la detenzione illegale dei capi e così come previsto dalla normativa nazionale e regionale in materia, verrà contestata la violazione di tali norme che prevede una sanzione amministrativa fino a 10mila euro.  L’allevamento è stato posto sotto sequestro sanitario e sono state assegnate le prescrizioni per adeguare le strutture alle norme della biosicurezza e per la corretta registrazione degli animali. Dai maiali sono stati invece prelevati i campioni sierologici per la ricerca del virus della peste suina africana che saranno analizzati nei laboratori dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna.

Le attività di monitoraggio e controllo del territorio si inseriscono nell’ambito delle azioni, coordinate dall’Unità di progetto per l’eradicazione della peste, che puntano a debellare definitivamente la terribile malattia dei suini che dal 1978 ha decimato gli allevamenti isolani e ridotto il comparto ai suoi minimi termini produttivi. I controlli stanno portando ad individuare la presenza di suini irregolari anche in aree private così come accaduto di recente a Berchideddu o a Buddusò, dove sono stati sequestrati alcune decine di capi e anche in questo caso contestate le violazioni sulle registrazioni e sul rispetto delle norme di biosicurezza. Per gli allevatori è possibile regolarizzarsi con una piccola sanzione (circa 430euro), nel caso invece di intervento a seguito di segnalazioni o avvistamenti in attività di vigilanza sono previste sanzioni pesanti fino a 10mila euro e abbattimenti degli animali se non sono presenti adeguate strutture di ricovero dei suini, che garantiscano la biosicurezza e la separazione netta con i cinghiali.

[Foto di repertorio]

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