Tutto è partito da una denuncia presentata da una ragazzina sarda: atti sessuali con minori, pedopornografia e stalking. Queste le accuse contestate dai carabinieri del Nucleo operativo Radiomobile della Compagnia di Cagliari a un uomo di 73 anni, di Torino, arrestato su ordinanza di custodia cautelare. I fatti sarebbero avvenuti anche a Cagliari mentre l’uomo è stato fermato nella sua abitazione di Torino. I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che è in corso questa mattina nella sede del comando provinciale dei carabinieri a Cagliari.
Si sarebbe finto un giovane di 19 anni malato di Sla per contattare minorenni dai 6 ai 12 anni, almeno sei, su internet per poi indurle a spogliarsi e mostrarsi durante atti sessuali. Si chiama Adolfo Forino, il pensionato di 73 anni di Torino, attualmente ai domiciliari, arrestato dai carabinieri del Nucleo operativo Radiomobile della Compagnia di Cagliari per atti sessuali con minori, stalking e detenzione di materiale pedopornografico.
A far scattare il provvedimento restrittivo richiesto dal sostituto procuratore della Repubblica, Danilo Tronci, e firmato dal Gip, Simone Nespoli, non tanto l’ingente quantitativo di files pedopornografici trovati nei suoi computer, ma un video ripreso in diretta con una web cam in cui una ragazzina di circa 12 anni compie atti sessuali con un bimbo di sei-otto anni. I due minori non sono ancora stati identificati, come non sono state individuate le altre tre-quattro ragazzine residenti in regioni del centro-nord Italia di cui sono stati recuperati foto e video.
Le indagini dei carabinieri del Nucleo Radiomobile sono iniziate nel 2011 dopo la denuncia di una ragazzina residente nell’hinterland cagliaritano che all’epoca dei fatti aveva 15 anni. La minore sarebbe stata contattata via Messenger da un un 19enne malato di Sla, in realtà il pensionato 73enne. Il “giovane” le fa conoscere anche lo zio e per un anno chattano. La ragazzina acconsente alle richieste del finto 19enne e si spoglia davanti a una web cam compiendo atti sessuali. Dopo qualche tempo viene contattata dallo zio, sempre il pensionato torinese, che le dice che il nipote è morto. Da quel momento i due si sentono costantemente. L’anziano, che dice di avere 60 anni, chiede alla ragazzina di spogliarsi e anche lui si denuda davanti alla telecamera. In cambio le invia denaro, ricaricandole la Poste Pay, regali, un computer portatile e addirittura un giocattolo erotico che la ragazzina usa davanti alla telecamera. Il rapporto però diventa sempre più morboso, l’anziano è geloso e chiede alla ragazzina di inviarle tutti i contatti che ha sul telefonino. Poi fingendosi una volta sacerdote, una volta amico, chiama parenti della vittima. Fra le telefonate anche una alla madre, nella quale descrive la ragazza come una donna di “malaffare”. Sono proprio queste telefonate, assieme al comportamento della minorenne che insospettiscono i genitori della ragazza. Così la minore racconta alla madre cosa stava accadendo. Nel luglio 2011 scatta la denuncia ai carabinieri e il contatto internet viene chiuso. Ma l’anziano prova in tutti i modi a contattare ancora la vittima e in preda alla rabbia invia foto osé della ragazzina a tutti gli amichetti. I carabinieri del Radiomobile di Cagliari, coordinati dal ten. Giuseppe Pischedda, poco tempo dopo fanno scattare la perquisizione a casa del pensionato e sequestrano tutti i computer e i files pedopornografici. Da allora però il 73enne, che prima lavorava come funzionario in una impresa di telecomunicazioni, non ha mai smesso di cercare la ragazza, cambiando anche più volte identità e profilo Facebook, e contattare altre minorenni per indurle a spogliarsi e compiere atti sessuali davanti alla web cam per poi salvare i filmati su computer. Le indagini proseguono per rintracciare le altre vittime del pensionato. Ansa