“In merito alla Deliberazione n.10 del 5 marzo 2015 con la quale il Commissario Straordinario del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna prof. G.L Pillola ha inopinatamente deciso di abolire la Consulta delle Associazioni di Volontariato culturale, ambientale e umanitario, istituita nel 2007 in recepimento dei principi espressamente richiamati nel decreto istitutivo, con la finalità di promuoverne la partecipazione delle associazioni alla vita del Parco, Legambiente Sardegna censura severamente tale decisione come impropria, inopportuna, ingiustificata e controproducente per la vita stessa del Parco”. Lo scrive in una nota il presidente regionale Vincenzo Tiana.
“Legambiente Sardegna – si legge – ricorda che da sempre ha partecipato con propri esponenti al movimento culturale e ambientalista che ha portato alla istituzione del Parco Geominerario, nonchè alle battaglie che, dopo l’avvenuta istituzione, si sono rese necessarie per difendere l’esistenza del Parco e la sua permanenza all’interno dei siti tutelati dall’Unesco, che una molteplicità di fattori contrari, in primis l’inerzia dei suoi organismi decisionali, stava per determinare. Legambiente Sardegna, principalmente grazie all’impegno pluriennale del nostro socio fondatore Franco Saba ha contribuito in maniera decisiva alla organizzazione di una Consulta che sapesse rappresentare e coordinare la molteplicità di associazioni nazionali e locali che hanno promosso, accompagnato, favorito e veicolato nel territorio l’attività del Parco Geominerario della Sardegna”.
“Inspiegabile, pertanto, e arbitraria appare l’abolizione della Consulta – ribadisce Tiana – unico organismo democratico capace di portare la voce delle associazioni dentro l’istituzione e di rilevare le criticità di talune, non poche, iniziative ma anche di individuare e suggerire le soluzioni. Nessuna delle argomentazioni richiamate dal provvedimento risulta credibile e idonea a giustificare la abolizione della Consulta e men che meno quella secondo cui risponderebbe a principi – sacrosanti – di spending review, dal momento che ormai da tempo il Parco aveva tagliato i fondi destinati all’operatività della Consulta. Cionondimeno, gli attivisti delle associazioni hanno continuato ad operare per il bene comune in regime di purissimo volontariato, al contrario degli organismi dirigenti del Parco. Legambiente Sardegna ritiene, pertanto, che gli organismi gestionali del Parco, con l’abolizione della Consulta abbiano semplicemente posto in essere un atto ritorsivo volto a far tacere le voci critiche che la Consulta ha doverosamente levato sull’operato non sempre limpido degli stessi organismi gestionali del Parco. Chi, come moltissimi Sardi, conosce la storia di questo Parco, sa che esso è frutto di una volontà popolare diffusa, fatta propria, elaborata e rappresentata dalle numerose associazioni che hanno concepito un’idea di Parco vivo, non semplicemente museale, ma occasione di lavoro e progresso della Sardegna, per cui appare paradossale e autolesionistico che un atto del Parco disconosca e rifiuti la partecipazione dei protagonisti principali della sua creazione. Fatte salve tutte le iniziative di contrasto a tale inaudita decisione che saranno attuate a livello regionale e nazionale, in considerazione del fatto che il Parco Geominerario della Sardegna è un Parco nazionale, Legambiente Sardegna comunica di aver già, comunque, investito della questione i propri vertici nazionali, affinché intervengano presso gli organi ministeriali di vigilanza al fine di avviare un controllo rigoroso sull’operato dei dirigenti del Parco, che quanto meno in questo caso, non era sicuramente ispirato a ragioni di pubblico interesse”, conclude Tiana.