Pale eoliche in Marmilla, il Grig: “Sovrasteranno la reggia nuragica di Barumini”

L’associazione ecologista Gruppo d’intervento giuridico è pronta a dare battaglia affinché venga scongiurata l’ipotesi che le campagne della Marmilla e la reggia nuragica di Barumini vengano sovrastate dalle pale eoliche. Il Grig si interroga: “A chi verrebbe in mente di riempire di pale eoliche le campagne della Marmilla? Alla società energetica milanese Grv Wind Sardegna 6 s.r.l., ovviamente per donare alla collettività ‘significativi impatti positivi a livello globale, come ad esempio la riduzione dell’emissione di gas serra ed inquinanti in atmosfera, sul risparmio di risorse non rinnovabili e sulla tutela complessiva della biodiversità’. Chissà perché non convince”.

Per questo motivo l’associazione ha inviato il 7 aprile un atto di intervento con “osservazioni” nel procedimento di valutazione d’impatto ambientale (Via) relativo al progetto di centrale eolica “Luminu” proposto in località varie della Marmilla e del Sarcidano nel paesaggio agrario-archeologico alle pendici della Giara, nei Comuni di Barumini, Escolca, Gergei, Las Plassas, Villanovafranca, Genoni, Gesturi, Nuragus.

“Diciassette aerogeneratori alti oltre 200 metri, sbancamenti, viabilità, cavidotti, cabine elettriche in area agricola, attraversata da vari corsi d’acqua, a ridosso della Giara, del Monte San Mauro e dell’area archeologica di Su Nuraxi (Barumini), rientrante nel Patrimonio mondiale dell’Umanità su dichiarazione Unesco del 1997 – spiegano dal Grig – . Presenza di vincolo culturale e vincolo paesaggistico, presenza di aree (Giara, Monte San Mauro) rientranti nella Rete Natura 2000, la centrale eolica sorgerebbe ben dentro la fascia di rispetto estesa sette chilometri dal limite delle zone tutelate con vincolo culturale e/o con vincolo paesaggistico”.

Il Grig ha chiesto al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di esprimere “formale diniego alla compatibilità ambientale dell’impianto in progetto e ha informato, per opportuna conoscenza, il ministero della Cultura, la Regione autonoma della Sardegna, la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari e i Comuni interessati.

“Questi ultimi sono decisamente contrariati (per non dire altro) – sottolineano ancora gli ambientalisti – . E hanno pienamente ragione, perché così dovrebbero salutare qualsiasi prospettiva di turismo naturalistico e culturale”.

L’associazione spiega i motivi del no al “far west energetico in Sardegna. Ripetiamo ancora, essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non vuol dire avere ottusi paraocchi, non vuol dire aver versato il cervello all’ammasso della vulgata dell’ambientalismo politicamente corretto. È proprio il caso della trasformazione della Sardegna in piattaforma produttiva destinata alla servitù energetica, come esplicitato chiaramente da Terna e avallato dall’allora ministro della Transizione Ecologica Antonio Cingolani”.

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