Ottana Energia, impianti fermi: si spegne la centrale

Sono iniziate questa mattina le operazioni di spegnimento della centrale elettrica di Ottana Energia. Una situazione che preoccupa non poco e che mette in discussione il futuro dell’industria nella Sardegna centrale. Il primo ad annunciare l’immediata chiusura dell’impianto è stato il deputato di Unidos, Mauro Pili, ma la notizia è stata confermata dai sindacati del Nuorese. “La mancata decisione di Terna e del Ministero dello Sviluppo economico di prorogare il regime di essenzialità prima della scadenza del 31 dicembre ha portato l’azienda a questa decisione – ha spiegato Katy Contini della Cisl -. D’altronde mancando Terna, il principale cliente di Ottana Energia, con cui non è stato rinnovato l’accordo commerciale, per l’azienda è antieconomico produrre. Dal Mise ci hanno fatto sapere che c’è la volontà della proroga, ma che bisogna fare delle verifiche per permettere a Ottana Energia di essere attiva nella riaccensione in caso di black-out. Di fatto però per l’azienda dal 1 gennaio non ha più il regime di essenzialità. Siamo fortemente preoccupati, perché questo significa mette in discussione tutta l’industria della Sardegna centrale”.

“E’ una decisione grave per tutta la piana di Ottana – ha detto Sergio Zara della Cgil – ma d’altronde inevitabile senza la proroga dell’essenzialità. Chiediamo che il Mise, in attesa delle verifiche tecniche, conceda almeno la proroga provvisoria dell’essenzialità, altrimenti si fermano tutte le attività del Consorzio industriale e le imprese del versante di Bolotana. Per ora non sono state annunciate ripercussioni sul piano dei posti di lavoro, ma è ovvio che se la situazione persiste qui muore tutto”. E il segretario generale della Uil sarda, Francesca Ticca, ha spiegato: “Il regime di essenzialità scade domani. Sono fiduciosa che la centrale fino a domani resti accesa e che la notte porti consiglio a tutti: sia all’imprenditore che alla politica nazionale rispetto alla sopravvivenza di Ottana”.

Il deputato Mauro Pili definisce la decisione “gravissima e vergognosa. Un vero e proprio disastro industriale ed economico che rischia di travolgere tutte le attività economiche della zona industriale di Ottana. Si tratta di un epilogo gravissimo a cui il governo non ha voluto dare alcuna soluzione e la Regione è rimasta a guardare. Negando un decreto legge urgente il Governo si è reso responsabile di questa catastrofe. Presenterò emendamenti correttivi nel decreto mille proroghe che sarà annunciato alla Camera il 4 gennaio. L’essenzialità deve essere riconosciuta a tutte le centrali sarde proprio per la condizione insulare della Sardegna”.

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