Ospedale Marino di Alghero, assemblea dei lavoratori dopo il passaggio alla Asl di Sassari: “Siamo preoccupati, servizi a rischio”

Preoccupazione crescente all’Ospedale Marino di Alghero per il futuro dei servizi sanitari e dei lavoratori, dopo il passaggio della struttura dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari (Aou) alla Asl 1 Sassari, deliberato di recente dal Consiglio regionale. Ieri i sindacati della dirigenza medica e sanitaria (Cimo-Fesmed, Fassid, Aaroi-Emac) e del comparto sanità (Nursind e Uil) hanno incontrato il personale in un’assemblea sindacale per discutere le possibili conseguenze del trasferimento.

Durante l’incontro sono emerse forti preoccupazioni legate alla tenuta dei servizi assistenziali e alla riorganizzazione prevista a partire dal 1° gennaio 2026. Il timore più concreto è la possibile chiusura dell’attività operatoria, data la persistente carenza di anestesisti e infermieri e la mancata conclusione della ristrutturazione delle sale operatorie, con una sola sala su tre attualmente funzionante.

«I nostri iscritti hanno espresso preoccupazione e incertezza per gli effetti che tale passaggio avrà sul loro lavoro e sulla qualità dell’assistenza. Non riusciamo ad abituarci a questi trasferimenti, in cui gli unici a rimetterci possono essere i lavoratori e i pazienti», afferma Fausta Pileri, segretaria territoriale Nursind.

A sottolineare le criticità strutturali è anche Michele Bottaru, delegato Cimo, che denuncia: «Dal primo gennaio 2026 si dovrà riorganizzare un’altra volta tutto, anziché sanare le criticità preesistenti come sicurezza e carenza del personale. Mentre la ristrutturazione delle sale operatorie non è ancora stata conclusa (ne risulta funzionante solo una su tre) e molti servizi essenziali sono precari, ci poniamo numerose domande: che futuro è previsto per l’Ortopedia e la Riabilitazione? Resterà il servizio di Endocrinologia? Pretendiamo risposte immediate».

Oscar Campus, in rappresentanza della Uil, ribadisce la necessità di garantire la continuità assistenziale ai pazienti, evidenziando come l’assenza di personale rischi di compromettere gli interventi ortopedici e portare alla chiusura della endocrinologia. «Le sigle sindacali Uil si batteranno per evitare che si ripeta quanto avvenuto in passato, quando i lavoratori non sono stati ascoltati né coinvolti nelle loro preoccupazioni. È fondamentale chiedere un confronto con i commissari Asl e Aou e i referenti politici regionali per discutere il futuro dei lavoratori del Marino e garantire la sostenibilità dei servizi sanitari. È necessario un impegno concreto per tutelare la salute dei pazienti e il lavoro dei professionisti sanitari».

Per Giorgia Coni, segretaria Fassid, «gli standard di sicurezza degli operatori, la tutela e la salute dei pazienti e un solido benessere organizzativo sono elementi interconnessi e imprescindibili per un sistema sanitario efficiente e umano. Ci faremo garanti di questi temi, confrontandoci con i vertici aziendali e politici». Micaela Deledda, segretaria Aaroi-Emac, conclude: «È imperativo che venga garantita la sicurezza e ci sia un servizio stabile e adeguato per le emergenze e l’attività operatoria. Insieme le organizzazioni sindacali di dirigenza e comparto sono decise a chiedere un incontro ai neocommissari e alla parte politica, e sperano di avere risposte concrete e di aprire il dialogo a tutela dei nostri colleghi».

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