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Oristano, trenta detenuti in sciopero della fame. “Qui non si può vivere”

Trenta detenuti del carcere di Oristano-Massama hanno iniziato ieri uno sciopero della fame. La protesta è stata messa in campo per denunciare le condizioni di inadeguatezza della Casa Circondariale. L’annuncio è arrivato da Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme. “Gli autori della protesta lamentano carenze strutturali, l’assenza della biblioteca, delle attrezzature per rendere agibile la palestra ed il campo sportivo. Carenze che li costringono – ha detto Caligaris – a restare chiusi dentro le celle. Giudicano ingiustificabile la chiusura dei blindi e degli spioncini durante il giorno e la impossibilità di effettuare liberamente la socialità. Tra le lamentele anche il fatto di non poter stendere i panni all’aperto e la non disponibilità di prodotti per la pulizia delle celle. L’altra carenza riguarda la fruizione dell’acqua calda per le docce riservata solo alle prime ore del mattino. A distanza di poco più di un mese, da quando avevano lamentato condizioni di invivibilità, i detenuti della struttura, inaugurata a novembre, intendono riproporre con forza le loro ragioni. La buona volontà della Direzione che è impegnata a garantire innanzitutto il diritto alla salute, in quanto ancora l’Asl non è riuscita ad assegnare i medici per 24 ore, non è bastata a ridurre il disagio che da ieri è sfociato nello sciopero della fame”. Nella nuova struttura sono presenti, attualmente, 200 detenuti. I trenta che hanno deciso di astenersi dal cibo sono collocati nella sezione al primo piano dell’Istituto.

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