La studentesse ferita è fuori pericolo, lo studente che l’ha aggredita, è accusato di tentato omicidio. La ricostruzione di una vicenda assurda di cui parlano tutti i media nazionali.
Sono le 8,15 di venerdì mattina. Il piazzale davanti all’Istituto industriale “Othoca”, zona industriale di Oristano, è gremito di studenti che si accingono a entrare a scuola. Improvvisamente un ragazzo vestito con dei bermuda jeans e una maglietta con una scritta, un ragazzo magro, i capelli rasati, stringe alle spalle una studentessa. Sembra che l’abbracci, ma la sta accoltellando al ventre. La giovane donna grida, si piega, cade a terra. L’aggressore si ferma un attimo. Incrocia lo sguardo della sua vittima e le infligge altre due coltellate. Una, prima di raggiungere il ventre, ferisce la stedentessa alla mano, l’altra – la quarta e ultima – alla gamba.
Anche il ragazzo dai capelli rasati perde sangue. Non è abile nel maneggiare la leppa pattadese che, alla quarta coltellata, si è chiusa ferendogli il palmo della mano. Fugge. Un professore tenta di fermarlo, ma il ragazzo è molto più veloce di lui. Un compagno di classe, che non ha assistito alla scena, lo incrocia. Si rende conto che c’è qualcosa che non va: “Come stai?”, gli chiede. Il ragazzo non risponde a continua a fuggire. Lo fermeranno mezz’ora dopo i carabinieri alla stazione che ha raggiunto evidentemente con l’idea di prendere un qualunque treno per allontanarsi da Oristano. Lo arrestano e lo portano in Questura, poi al carcere minorile di Quartucciu. Non risulta che abbia detto qualcosa al momento del fermo. La ragazza viene ricoverata al sesto piano dell’ospedale San Martino in prognosi riservata. Una delle coltellate ha leso l’intestino. Subisce un intervento di tre ore.
Benché la scena sia assurda, inimmaginabile, molti degli innumerevoli testimoni capiscono subito cosa è successo: l’ossessione di quel ragazzo di Bolotana è diventata follia. Un giovane stalker si è trasformato in un potenziale assassino. Quella bella ragazza diciassettenne, dunque di un anno più grande – la vittima frequenta la terza del Liceo scientifico tecnologico, l’aggressore la seconda dell’Istituto industriale – era da mesi la sua ossessione. Entrambi pendolari – lui di Bolotana, lei di Ollastra – “doveva” diventare la sua compagna. Il corteggiamento, cominciato a settembre, con l’inizio dell’anno scolastico, era diventato persecutorio – fatto di telefonate, sms, tentativi di approccio – dopo il primo e deciso no.
Nelll’Istituto in tanti sapevano di quella specie di innamoramento ed era diventato il tema di molti pettegolezzi. Qualcosa di patetico e di ridicolo al tempo stesso. La ragazza si era confidata con le amiche. E anche lui, nei viaggi in pullman da Bolotana a Oristano, l’aveva fatto con gli amici. Diceva che quella era la donna della sua vita. A novembre il fattaccio. La ragazza passa davanti alla sua classe e lui e la sputa. L’atto di massimo disprezzo. Una specie di assurda smentita pubblica della sua ossessione che, invece, ne diventa una sconcertante conferma. Viene sospeso per una settimana. Vengono convocati a scuola i genitori. La questione pare risolta, ma l’adorazione si è ormai trasformata in odio.
Lui è sempre stato un ragazzo ammodo. Ottimi voti, ottimi risultati anche nello sport. Famiglia normale. Così diceva ieri la gente a Bolotana, il paese da cui anche ieri mattina – come tutti i giorni – è partito assieme ad altri tredici ragazzi che frequentano la scuola a Oristano. Circa un’ora di viaggio. L’arrivo al posteggio dell’Arst. La consueta sosta al camion-bar. “Ha preso il solito caffè – ha raccontato a l’Unione sarda la titolare – ma guardava verso l’ingresso della scuola. Poi, improvvisamente, è balzato dalla sedia ed è corso via lasciando lo zaino”. Aveva scorto – a una trentina di metri – l’oggetto della sua ossessione. Ha aperto la pattadese durante la corsa. Ha raggiunto in pochi secondi la ragazza, che in quel momento era lontana dalle amiche.
La vittima non ha mai perso conoscenza. Mentre il suo aggressore fuggiva verso la stazione, ha ricevuto i primi soccorsi dai compagni e dai professori che hanno tentato di tamponarle le ferite con dei fazzoletti. “Mi ha colpito alle spalle senza che io mi rendessi conto di nulla, quando mi sono girata l’ho riconosciuto”, ha detto poco prima di entrare in sala operatoria.
Come riferisce il sito Linkoristano.it, il gruppo Facebook “Oristano contro la violenza sulle donne” ha promosso un incontro spontaneo per la serata di ieri alle 19, in piazza Eleonora. In segno di solidarietà per la giovane i partecipanti hanno indossato un nastro o un indumento bianco.
N.B.