Oristano, rabbia dei medici di famiglia: “Tanti errori nella gestione dei vaccini”

Nuova protesta da parte del sindacato dei medici di famiglia della provincia di Oristano sulla gestione delle vaccinazioni. Secondo Alessandro Usai, segretario provinciale Fimmg, “la gestione della pandemia nella Sardegna avrebbe meritato maggiore organizzazione nella gestione delle dosi, dei centri vaccinali, del personale disponibile, e soprattutto della partecipazione dei medici di famiglia”. Con i medici di famiglia è stato siglato un accordo regionale per la partecipazione alla vaccinazione nei centri vaccinali, nel proprio studio e a domicilio dei pazienti non deambulanti. Eppure, secondo Usai a oggi i medici “non hanno potuto fare la richiesta di assegnazione di dosi del vaccino ‘Moderna’ di cui si accordava la consegna e non hanno potuto somministrare dosi di vaccino prima per carenza di dosi poi per la modifica della procedura di richiesta che prevede ora la firma digitale su una piattaforma che, a differenza della piattaforma regionale Medir che ‘conosce’ tutti i medici convenzionati, richiede farraginose procedure di accreditamento e di identificazione”.

Un altro problema riguarda il fatto che i medici di famiglia “non possono vaccinare nel proprio studio se lo stesso non ha precise caratteristiche definite da una recente circolare dell’Ats,così come non possono accedere ai centri vaccinali se non definiti come volontari (cosa che appare offensiva per una categoria che ‘vanta’ il maggior numero di caduti a causa della pandemia). In questo contesto la Fimmg provinciale di Oristano, “preoccupata per la curva dei contagi che non tende a diminuire, ritiene che non si sia fino in fondo capito dall’Ats e dall’organizzazione regionale che la rapidità delle immunizzazioni è fondamentale in questa guerra alla pandemia ed è pertanto necessario il coinvolgimento di tutti i sanitari disponibili sia dipendenti che convenzionati e volontari”. I medici di famiglia “vogliono rendersi utili e non è ammissibile che in una situazione di emergenza sanitaria come quella presente ne sia di fatto impedita la partecipazione”, conclude Usai.

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