L’autopsia sul cadavere del ventottenne cittadino della Repubblica ceca trovato venerdì sera nelle campagne di Orgosolo, risolve il giallo: è un suicidio. Il giovane si sarebbe tolto la vita praticando un terribile “harakiri”: prima si sarebbe colpito sull’addome e sul petto e infine sul collo. L’esito dell’autopsia effettuata in tarda mattinata dall’anatomopatologo Vindice Mingioni all’ospedale San Francesco di Nuoro ribalta l’ipotesi dell’omicidio avvalorata sin dal primo momento dagli investigatori e accredita la pista dell’autolesionismo. Un esito dato “dalla conformazione delle ferite presenti sul corpo del giovane”.
La tesi dell’ “harakiri” è compatibile anche con la presenza accanto al cadavere di un coltello e di un punteruolo intrisi di sangue. Un suicidio tra i peggiori mai visti riferiscono gli inquirenti. Gli agenti della Squadra mobile di Nuoro guidati dal vice questore aggiunto Fabrizio Mustaro e quelli del commissariato di Orgosolo, lavorano ininterrottamente per cercare informazioni sulla presenza dell’uomo in Sardegna. Sul viaggio che lo ha portato in Sardegna si hanno alcune tracce sia pur frammentate in base a scontrini, biglietti di viaggio e passaporto trovati all’interno di un borsello accanto al cadavere. Negli ultimi giorni il giovane è stato avvistato nei pressi di Orgosolo e poi per le vie del paese da alcuni testimoni. Il ragazzo sarebbe partito qualche settimana fa da Praga e sarebbe arrivato nel nord Sardegna dove è passato per Castelsardo, Santa Teresa di Gallura e Sassari da dove domenica è partito partito per Nuoro a bordo di un pullman della compagnia Arst. Martedì mattina poi l’escursione a Orgosolo dove sarebbe stato visto arrivare a piedi dalla strada provinciale. In tanti nel paese barbaricino lo avrebbero visto: era vestito di verde, barba e capelli lunghi e incolti, e uno zaino sulle spalle. Zaino che gli inquirenti cercano da ieri ma che ancora non è stato trovato. Nessuno però avrebbe scambiato qualche parola con l’uomo per capire il senso della sua visita a Orgosolo dove ha deciso di togliersi la vita. Come mai il giovane ceco ha deciso di salire in località Montes in un bosco nei pressi della chiesetta di Sant’Anania e a poca distanza dal luogo del martirio di Antonia Mesina? E soprattutto, la sua è stata una decisione casuale, dettata da un momento di disperazione o un gesto calcolato, scegliendo un luogo suggestivo che forse avrebbe fatto parlare di sé? Le risposte per ora non si trovano, almeno fino a che non si faccia vivo qualcuno che è riuscito a carpire le sue intenzioni negli ultimi giorni, o finché non arrivino gli esiti della ricerca dei parenti, a cui sta lavorando in queste ore l’ambasciata ceca a Roma e il console onorario a Cagliari. Finora tutto ciò che si sa di lui lo raccontano i suoi effetti personali e qualche informazione data da pochi testimoni degli ultimi giorni: il passaporto racconta di un giovane giramondo venuto da Praga, che ha viaggiato in Olanda, Italia, Messico, Corsica. I testimoni riferiscono di un giovane hippy vestito di verde che dava l’idea di un escursionista.
Maria Giovanna Fossati