Ordigno artigianale innesca rogo vicino alla Saras: arresti domiciliari per un uomo

Nel pomeriggio del 29 maggio, un incendio ha interessato la zona di Su Leunaxi, nell’agro del comune di Pula, sollevando forti preoccupazioni per la vicinanza alle abitazioni periferiche di Sarroch e alla raffineria Saras. Le fiamme, sospinte dal vento, hanno minacciato una vasta area di pascolo e macchia mediterranea, fino a lambire insediamenti rurali e strutture sensibili.

L’intervento tempestivo delle squadre antincendio del Corpo forestale, supportate dai vigili del fuoco, dalla compagnia barracellare di Sarroch e da un elicottero del sistema regionale decollato dalla base di Pula, ha consentito di circoscrivere il rogo prima che potesse causare danni maggiori. Complessivamente, sono stati impegnati 16 operatori e 5 mezzi a terra, oltre al supporto aereo che ha effettuato sette lanci. Le operazioni si sono concluse alle 17:30.

Nel corso del successivo sopralluogo è stato rinvenuto, nel punto di innesco, un ordigno incendiario artigianale parzialmente combusto, compatibile con dispositivi a tempo già noti alle forze investigative per l’uso in incendi dolosi.

L’attività della polizia giudiziaria forestale, avviata immediatamente, ha permesso di acquisire e analizzare alcune immagini ritenute determinanti per ricostruire la dinamica. Elementi ulteriori sono emersi durante una perquisizione condotta il 10 giugno, che ha rafforzato il quadro indiziario.

Su richiesta del pubblico ministero del Tribunale di Cagliari, il gip Giorgio Altieri ha disposto la misura degli arresti domiciliari per un uomo, ritenuto responsabile dell’innesco. Secondo quanto si apprende dal provvedimento, il soggetto è stato individuato grazie alla ricostruzione dei suoi movimenti, effettuati con un veicolo specifico, e alla presunta corrispondenza tra quanto rinvenuto e le sue dichiarazioni nel corso di un interrogatorio.

Alla luce dei gravi indizi di colpevolezza e del pericolo di reiterazione del reato, il giudice ha stabilito la sorveglianza dell’indagato tramite braccialetto elettronico, sottolineando la gravità del rischio corso per la pubblica incolumità.

Foto d’archivio

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