Il cane si comportava in modo strano: scovate migliaia di piante di marijuana

Un cane ha scatenato una maxi operazione antidroga dei carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Cagliari mirata a individuare alcune piantagioni di droga. I militari stanno hanno battuto le campagne di Sedilo e Ghilarza nell’Oristanese alla ricerca della droga. Alle operazioni hanno partecipato anche i militari dello Squadrone Cacciatori di Sardegna. Il blitz, da quanto si apprende, ha già portato al sequestro di migliaia di piante di 1.250 piante marijuana per un valore di alcuni milioni di euro. Le indagini sono partite la settimana scorsa quando un militare del Nucleo investigativo stava facendo un’escursione con il suo cane nelle vicinanze del lago di Prunaghe del comune di Sedilo.

Il cane da caccia è finito nella piantagione di marijuana mentre cercava selvaggina ma l’odore della cannabis lo ha confuso, tanto da insospettire il padrone, un carabiniere, che poi ha avvertito chiaramente lo stesso odore e ha così messo sull’avviso i colleghi del nucleo investigativo del comando provinciale di Cagliari. È partita da questa fortuita segnalazione la maxi operazione antidroga che ha portato alla scoperta della vasta piantagione nelle campagne di Sedilo. Il militare era impegnato in una escursione insieme al suo cane Argo, un esemplare non di razza ma particolarmente efficace nella caccia alle lepri o altra selvaggina. Quando si è allontanato, il carabinieri ha pensato che avesse fiutato qualche preda, ma al suo rientro il padrone ha subito notato uno strano comportamento: Argo era distratto e non rispondeva più prontamente alle sollecitazioni del padrone. È stata una folata di vento, dal forte odore di marijuana, ad insospettire il militare: ha quindi cercato di individuare la piantagione, non trovandola ha segnalato tutto al comando provinciale.

Da qui il blitz a cui hanno preso parte oltre quaranta carabinieri, con la collaborazione dei Cacciatori di Sardegna e dell’Elinucleo di Elmas che ha sorvolato l’area dall’alto. Sono state quindi individuate le tre piantagioni. Le varie aree erano protette con foto-trappole: fili ad alta tensione elettrica collegati a generatori per tenere lontani curiosi e anche gli animali che potessero danneggiare le coltivazioni. Le 1.250 piante, già parzialmente essiccate, erano alte anche un metro e 80 centimetri. Il peso complessivo è di oltre 600 chili. Sono in corso le indagini per individuare i responsabili.

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