Nel 2020 aveva avuto un incidente simile a quello che purtroppo mercoledì gli è costato la vita, Stefano Nonnis, l’operaio di 42 anni di Santadi morto dopo essere finito in mare, mentre lavorava per una ditta esterna su un pontile della raffineria Saras di Sarroch. Lo ha rivelato il fratello, Cristian, intervistato dalla giornalista del Tg3, Barbara Cataldi. Due anni fa “non cadde in mare – ha raccontato Cristian Nonnis – stava lavorando su una piattaforma installata sulla terra ferma. Fu una tragedia mancata”.
Cristian ha la voce strozzata in gola mentre ricorda il fratello: “Era una persona stimata da tutti, disponibile, generoso – ha sottolineato -. Abbiamo profonda fiducia nelle istituzioni e in questo caso nella magistratura e che la giustizia sia ristabilita”.
La ricostruzione dell’incidente è ancora poco chiara e anche dall’autopsia eseguita oggi al Policlinico di Monserrato non arrivano nuovi elementi. Gli accertamenti necroscopici condotti dal dottor, Roberto Demontis, incaricato dalla pm Diana Lecca che ha aperto un’inchiesta contro ignoti con l’ipotesi di omicidio colposo, sono durati circa tre ore e hanno confermato la prima ipotesi: l’operaio è morto annegato.
Il medico legale ha eseguito tutti i prelievi per gli esami tossicologici e istologici che serviranno ad avere un quadro completo delle condizioni di salute del 42enne. Rimangono quandi ancora molti punti poco chiari nella vicenda. Rimane da capire cosa è accaduto sul pontile, cosa ha provocato la caduta dell’operaio in acqua.
Stefano Nonnis potrebbe essere inciampato ed è caduto in mare, da un’altezza di diversi metri, senza riuscire a nuotare a causa delle attrezzature e dei vestiti che indossava, oppure potrebbe aver avuto un malore che gli ha fatto perdere l’equilibrio? Saranno le ulteriori analisi eseguiti dal medico legale e le indagini condotte dallo Spresal a chiarire ogni cosa. Tutta l’attrezzatura utilizzata dal 42enne è stata sequestrata.