Natale, Capodanno, e adesso anche l’Epifania: non si ferma la protesta di Silvano Barabino, ex operaio di Meccanica Costruzioni e di Abate Meccanica che da 24 giorni vive incatenato davanti ai cancelli dello stabilimento Italcementi di Samatzai e che non intende liberarsi finché non sarà reintegrato nel posto di lavoro. Questa mattina il 58enne ha ricevuto la visita di una delegazione di operai dell’Eurallumina che gli hanno lasciato un casco da lavoro in segno di solidarietà. Stesso gesto compiuto quasi due settimane fa dai lavoratori dell’Alcoa.
Intanto qualcosa si muove: Barabino ha riferito di essere stato contattato ieri da Uilm Metalmeccanici per un tavolo da tenersi nei prossimi giorni, al quale dovrebbero partecipare, oltre all’ex operaio e i sindacati, anche i vertici di Abate Meccanica e l’assessorato regionale del Lavoro.
Tutto ha inizio nel 2006, con il licenziamento ad opera di Meccanica Costruzioni. Nel 2011 Meccanica cede l’attività di Samatzai ad Abate. Entrambe sono ditte d’appalto all’interno di Italcementi. Nella cessione sono compresi tutti i lavoratori ma non Barabino che ora chiede di riavere il posto anche in virtù di una sentenza del tribunale del lavoro di Cagliari del 5 giugno 2015 che prescrive il reintegro dell’operaio. “Una sentenza provvisoria – hanno precisato nei giorni scorsi gli avvocati dello studio Macciotta che difendono il lavoratore – ma pur sempre provvisoriamente esecutiva, quindi Abate non può rifiutarsi di adempiere”.
