Nel processo a Nuoro per l’uccisione di Dina Dore, la donna trovata morta nel bagagliaio della sua auto a Gavoi (Nuoro), nel 2008, il Pm della Dda, Danilo Tronci, ha chiesto l’ergastolo per il marito Francesco Rocca, accusato di essere il mandante dell’omicidio di sua moglie. La richiesta del pm al termine di tre ore di requisitoria davanti alla Corte d’Assise: “Per un delitto così terribile, una mamma che viene uccisa dentro il garage di casa mentre una sera rientra con la bimba di 8 mesi, non si può che chiedere l’ergastolo”.
Il pm davanti ai giudici della Corte d’Assise di Nuoro ha ricostruito cinque anni di indagini e un anno e mezzo di processo, durante i quali, secondo l’accusa, “sono state raccolte tutte le prove necessarie per la colpevolezza di Francesco Rocca”. In particolare, ha ricordato il pm Danilo Tronci, la testimonianza del supertestimone Stefano Lai che, qualche giorno dopo l’omicidio di Dina Dore, ha raccolto la confessione del suo amico Pierpaolo Contu, quest’ultimo già processato e condannato a 16 anni di reclusione sia in primo grado che in appello come esecutore materiale del delitto. Contu aveva raccontato a Lai di essere stato lui a uccidere Dina per una somma di denaro e per la casa di Sant’Antioco dove la coppia viveva, come ricompensa di Rocca per il delitto.
Secondo l’accusa, a spingere Rocca a organizzare l’omicidio della moglie sarebbe stata la paura che lei chiedesse la separazione, dopo aver scoperto la sua relazione con l’assistente di studio, Anna Guiso. E la separazione, per il dentista, avrebbe messo a dura prova la sua situazione economica, all’apparenza florida ma che in realtà nascondeva “forti debiti”. Temeva che la moglie ufficializzasse la separazione perché così non avrebbe più potuto ucciderla”, ha detto il pm durante le tre ore di requisitoria.