In campo c’è anche la Dda (Direzione distrettuale anti-mafia) per fare luce sull’omicidio di Pietro Piras, 67 anni, ex ragioniere comunale freddato domenica a fucilate nelle campagne del paese. A ucciderlo, quattro fucilate di cui sparata una a volto, è risultato dall’autopsia fatta ieri all’ospedale di Lanusei dal medico legale Roberto Marcialis.
Adesso sono le indagini a occupare il campo. Perché Piras era fratello di Mario Fortunato Piras che negli anni Novanta era finito al centro di un’inchiesta per un suo probabile ruolo nei sequestri Melis e Soffiantini: si sarebbe interessato della liberazione dei due ostaggi. Insomma, si scava nel passato della famiglia Piras per trovare un possibile movente dell’ultimo omicidio in Ogliastra, il terzo nel giro di un mese.
Fatto stato che Mario Fortunato Piras all’epoca dei due sequestri era detenuto nel carcere cagliaritano di Buoncammino dove scontava una pena a 18 anni per il sequestro del costruttore romano Giulio De Angelis. La Procura di Cagliari, allora, era gestita da Luigi Lombardini. Le cronache del periodo riferivano di un coinvolgimento di tutta la famiglia Piras nelle vicende di mediazione legate ai due sequestri. C’è poi un vecchio fatto di sangue: un altro fratello di Pietro Piras morì ammazzato 60 anni fa.
Gli inquirenti stanno quindi seguendo diverse piste per provare a chiudere il cerchio intorno al killer. E adesso accanto alle indagini in mano alla Procura di Lanusei (le coordina il sostituto Nicola Giua Marassi), si è aggiunto il fascicolo aperto dalla Dda di Cagliari, guidata dal procuratore capo Mauro Mura.