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Omicidio a Lula, allevatore di 63 anni ucciso a fucilate alle porte del paese

Omicidio questa mattina a Lula. Ucciso con alcuni colpi di arma da fuco, Giovanni Calia, 63 anni, allevatore, personaggio noto alle forze dell’ordine. A scoprire il cadavere, riverso in una pozza di sangue, è stata la moglie della vittima intorno alle 10.30. La donna, preoccupata per il mancato rientro a casa del marito, si è recata nel podere di famiglia, in località Suadu. Qui la macabra scoperta. L’uomo è stato ucciso alle prime ore del mattino nel suo terreno alle porte del paese, non troppo distante da un distributore di benzina. Sul posto sono arrivati i carabinieri che hanno avviato le indagini. Da quanto si è appreso il 63enne sarebbe stato ucciso con alcune fucilate.

Giovanni Calia, aveva infatti un passato criminale alle spalle: negli anni Ottanta era stato condannato, insieme con la banda dell’ex super latitante Annino Mele, per il sequestro di Luigi Devoto, l’imprenditore nuorese rapito il 18 maggio del 1985 e liberato nel dicembre dello stesso anno. Calia aveva scontato 18 anni di carcere. Da alcuni anni era libero ed era tornato a lavorare nel suo podere di famiglia.

Sul posto sono arrivati il comandante provinciale dei carabinieri di Nuoro Saverio Ceglie, il sostituto procuratore Manuela Porcu e il medico legale Vindice Mingioni.

“Giovanni Calia stava lavorando e si era pienamente reintegrato. Speriamo solo che questa triste vicenda non abbia ripercussione nella vita del paese”. Così il sindaco di Lula (Nuoro), Mario Calia, al telefono con l’Ansa sul nuovo delitto compiuto nel paese barbaricino. L’allevatore freddato all’alba a colpi di fucile era uscito dal carcere nel 2011 dopo aver scontato 18 anni per sequestro di persona. Da allora la sua vita si svolgeva tra la campagna in cui aveva un gregge di pecore, la famiglia e i bar di paese, dove tutti ultimamente lo descrivono come una persona che aveva messo la testa a posto. Intanto in tutto il Nuorese è caccia ai killer. I carabinieri nella caserma del paese stanno interrogando decine di persone tra parenti e amici per ricostruire le ultime ore della vittima.

 

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