Omicidi Orune, respinte le istanze di scarcerazione di Pinna e Cubeddu

Resta in carcere Paolo Enrico Pinna, il 18enne di Nule arrestato il 25 maggio scorso insieme al cugino Alberto Cubeddu, di 21 anni di Ozieri, ritenuti entrambi responsabili dell’omicidio dello studente di Orune Gianluca Monni e del 29enne di Nule Stefano Masala, avvenuti tra il 7 e l’8 maggio 2015. Il Tribunale del Riesame ha infatti respinto l’istanza presentata del difensore, avvocato Agostinangelo Marras, che chiedeva la scarcerazione del suo assistito. Lo stesso ricorso, ma stavolta in Cassazione, è stato inoltrato anche dai legali di Cubeddu, Mattia Doneddu e Patrizio Rovelli.

Intanto il processo va avanti. Mercoledì, durante un’udienza molto tesa, è stato ascoltato nel pomeriggio a Nuoro l’allevatore Alessandro Taras, il testimone di 39 anni che il 9 maggio 2015 avrebbe assistito all’incendio dell’auto di Masala nelle campagne di Pattada da parte di Alberto Cubeddu, il 21enne di Ozieri in carcere assieme al cugino Paolo Enrico Pinna, di 18, per il duplice omicidio.

Erano presenti il Pm Andrea Vacca e i difensori di tutte le parti in causa – Sergio Milia (Taras), Caterina Zoroddu (famiglia Masala), Margherita Baragliau, Rinaldo Lai e Antonello Cao (parenti Monni), Mattia Doneddu e Patrizio Rovelli (Cubeddu) – oltre a tutti i familiari di Masala, il padre, le due sorelle e il fratello.

L’allevatore ha confermato quanto detto nel verbale del 14 aprile 2016. Ovvero che il 9 maggio 2015 era stato chiamato da Cubeddu per accompagnarlo a bruciare una macchina di notte nelle campagne di Pattada, e lui ci è andato. L’uomo ha anche confermato di aver realizzato solo pochi giorni dopo che si trattava della Opel Corsa di Stefano Masala, quando i fatti sono diventati di dominio pubblico.

(foto Ansa – Massimo Locci)

 

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