Omicidi, estorsioni e rapine in Ogliastra dal 2000 al 2006: dieci indagati

C’è un filo conduttore che unisce cinque omicidi, rapine, alcuni attentati e altri episodi criminali avvenuti in Ogliastra tra il 2000 e il 2006, una nuova chiave di lettura fornita dal pm della Dda di Cagliari, Danilo Tronci e dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Nuoro di episodi eclatanti come l’assalto al presidio militare di Capo Bellavista, nel territorio di Arbatax del 2004 e il duplice delitto dei coniugi Nino Ferrai e Mariangela Bangoni, avvenuto pochi mesi dopo.

In queste ore, infatti, i militari stanno notificando gli avvisi di conclusioni delle indagini preliminari a dieci persone, accusate a vario titolo di rapina, omicidio, tentato omicidio, detenzione di armi e munizioni, detenzione di droga. Gli avvisi sono stati consegnati a Cesare Balzano, 48enne, operatore ecologico, di Arzana; Angelo Balzano, 52enne, operatore ecologico, residente nello stesso Comune; Andrea Agus, 48 anni, operaio, di Lanusei; Luigi Piras, 45enne sempre di Arzana; Salvatore Mereu, 54enne, forestale, di Tortolì; Giangiuseppe Ferrai, 39enne di Arzana; Paolo Mulas, 52enne, allevatore di Tertenia; Armando Mameli, 59enne, imprenditore, residente nello stesso Comune; Fabrizio Demontis, 43enne, allevatore, di Escalaplano e Davide Balzano, 29 anni, allevatore di Arzana.
Le indagini in una prima fase sono state incentrate ulla clamorosa rapina alla base militare di Capo Bellavista e sulla contemporanea scomparsa di Marco Mariano Ferrai, ma poi si sono sviluppate su tanti altri fronti facendo luce su altri fatti di sangue ed episodi criminali.

La rapina a Capo Bellavista

Il colpo viene messo a segno il 21 settembre del 2004 quando a Capo Bellavista opera un distaccamento del 151° Reggimento “Sassari”. Dopo aver immobilizzato un militare, i banditi riescono a portare via 13 fucili mitragliatori e le cassette contenenti le munizioni. Il colpo, secondo le indagini condotte dai carabinieri viene messo a segno da Cesare Balzano, Angelo Balzano, Luigi Piras, Salvatore Mereu e Giangiuseppe Ferrai, con la collaborazione anche di Marco Ferrai, poi scomparso e mai ritrovato.

La scomparsa di Marco Ferrai e il duplice omicidio dei genitori

La stessa notte della rapina a Capo Bellavista scompare Marco Ferrai. I genitori,  Nino Ferrai e Mariangela Bangoni iniziano a cercarlo e si rivolgono alle forze dell’ordine, ma anche a conoscenti, amici e addirittura alla trasmissione “Chi l’ha visto”. Negli appelli, ma anche in alcune affermazioni rilasciate alla stampa, padre e madre di Marco non nascondono alcuni sospetti. “In più circostanze, anche pubblicamente – spiegano i carabinieri – Nino Ferrai e la moglie Mariangela Bangoni puntarono l’indice contro Cesare Balzano, ritenendolo responsabile della sparizione del figlio. Emblematico al riguardo ciò che disse Nino Ferrai ad una giornalista che lo ha intervistato: “L’hanno preso in tranello e l’hanno ammazzato”. L’intervista fu mandata in onda la sera del 18 ottobre 2004, da Rai Tre, proprio all’interno del programma “Chi l’ha visto?”, durante un servizio riguardante la rapina alla caserma di Capo Bellavista e la scomparsa del giovane tortoliese. Le accuse erano gravissime e inequivocabili: facendo quelle affermazioni disse in buona sostanza di ritenerlo uno degli assassini di Marco”.

Circa un mese dopo viene incendiata l’auto di Nino Ferrai e anche di quell’episodio i coniugi accusano in qualche modo Cesare Balzano. Marito e moglie vengono uccisi il 3 dicembre 2004, in località Basaura, sulla strada che fiancheggia la pista dell’aeroporto di Tortolì. Stavano andando a controllare un terreno di loro proprietà quando vengono feriti da numerose fucilate Nino Ferrai muore sul colpo, la moglie poche ore dopo in ospedale. Gli accertamenti dei carabinieri portano a scoprire che a sparare erano stati due fucili diversi, uno dei quali era stato utilizzato anche il 13 novembre 2002, in agro di Loceri, per uccidere Ottavio Podda. “Durante le investigazioni – spiegano i militari – sono stati acquisiti elementi che portano a ritenere che Cesare Balzano e Luigi Piras siano i responsabili del duplice omicidio e che abbiano commesso il delitto per garantirsi l’impunità circa la rapina ai militari, di cui sono ritenuti pure responsabili insieme Angelo Balzano, Salvatore Mereu e Giangiuseppe Ferrai”.

Gli omicidi di Angelo Tangianu e Lino Perotti

I carabinieri e la Dda hanno anche fatto luce su altri fatti di sangue. Durante una intercettazione telefonica ascoltano Cesare Balzano che parla con il suocero Armando Mameli prima dell’agguato subito l’11 dicembre 2000, in cui morì il figlioccio, l’arzanese Lino Perotti, 20 anni e poi della sua vendetta 15 giorni giorni dopo, assassinando Angelo Tangianu.
Perotti viene ucciso mentre si trova con Cesare Balzano l11 dicembre del 2000. Dovevano andare a ritirare il mezzo che utilizzavano per la raccolta dei rifiuti, parcheggiato in località Orgiola Onniga ad Arazana quando i killer entrano in azione. Una fucilata uccide Perotti appena sceso dall’auto, Balzano, nonostante fosse stato ferito alla coscia riesce a salvarsi.
A sparare, secondo Balzano era stato Angelo Tangianu con il quale aveva avuto una discussione qualche giorno prima, e quindi decide di vendicarsi.
L’omicidio avviene il 26 dicembre del 2000 in località Accodula, agro di Arzana.  Tangianu  mentre si reca si reca in montagna per accudire il bestiame trova sbarrata la strada dalle pietre. Appena scende dall’auto viene ferito con alcuni colpi di fucile. Tenta di fuggire, ma cade e gli assassini finiscono il lavoro. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori uno dei due presunti killer sarebbe stato proprio Cesare Balzano.

L’estorsione

I carabinieri contestano anche a Armando Mameli e Cesare Balzano il tentato omicidio dei coniugi Luigi Lobina e Francesca Longobucco avvenuto il 6 febbraio del 2006 a Tertenia e sempre a Cesare e Angelo Balzano e a Luigi Piras l’estorsione aggravata ai danni dell’imprenditore Massimo Cocco avvenuta nel primo semestre del 2006. All’imprenditore che si era aggiudicato il servizio di smaltimento dei rifiuti nei comuni di Arzana, Elini, Bari Sardo, Urzulei, fu bruciato un furgone e fu minacciato di morte.

Ma. Sc.

Foto Roberto Pili

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share