Oltre 10mila casi di tumore nell’Isola. Sardi poco partecipi alla prevenzione

Diagnosi del tumore già in uno stadio avanzato della malattia e sardi poco propensi a partecipare ai programmi di screening. Sono queste alcune delle cause che diminuiscono il dato della sopravvivenza a cinque anni dalla scoperta della malattia, rispetto alla media nazionale. In Sardegna è aumentata la diagnosi di tumore con 10.200 casi registrati del 2019 (seimila uomini e 4.200 donne), duecento in più rispetto all’anno scorso. Ma il dato che preoccupa è soprattutto quello della lotta alla malattia. Anticipare i tempi è fondamentale per riuscire, quando possibile, ad aggredire il tumore, ma solo il 38,1 per cento dei sardi ha fatto il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci per individuare in fase precoce il cancro del colon-retto. Soltanto il 50,7 per cento delle donne, invece, ha effettuato la mammografia necessaria per la diagnosi precoce del tumore al seno, nell’ambito di programmi organizzate. Si tratta di dati diffusi nel volume ‘I numeri del cancro in Italia 2019’, realizzato dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), dall’Associazione italiana registri tumori, (Airtum), da Fondazione Aiom, Passi (Progressi delle Aziende sanitarie per la salute in Italia), la cui presentazione si è tenuta oggi a Cagliari e alla quale ha partecipato anche l’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu.

Un’altra pecca dei sardi riguarda lo stile di vita sano che in pochi rispettano pienamente. Il 25,1 per cento è sedentario e il 28,4 in sovrappeso (tra questi il 10,4 per cento è obeso), mentre ben oltre la media è la percentuale di fumatori: in Sardegna il 25,4 per cento contro il 17,1 per cento nella Penisola. Infine, il 20,5 per cento dei cittadini sardi assume alcol in quantità a rischio per la salute. Criteri che comportano un aumento del rischio di tumore. Quelli più frequenti tra gli uomini colpiscono il colon-retto, con mille diagnosi per entrambi i casi, e la prostata; fra le donne è quello della mammella con 1.300 casi quest’anno. Nella popolazione generale i cinque tumori più frequenti nel 2019 sono quelli del colon-retto (1.500), mammella (1.300), prostata (1.000), polmone (900) e vescica (620). Ci sono anche note positive, come ha spiegato Daniele Farci, oncologo dell’ospedale Businco di Cagliari e coordinatore Aiom Sardegna: “In emtrambi i sessi si registra il calo delle nuove diagnosi di tumore del polmone (-100 casi negli uomini e -50 nelle donne). Entrambi questi aspetti potrebbero essere riconducibili all’efficacia delle campagne di prevenzione oncologica, promosse anche dalla nostra società scientifica e rivolte soprattutto ai giovani”. Inoltre è più alto, rispetto alla media nazionale,  il numero di donne fra 25 e 64 anni che, nell’isola, si sono sottoposte allo screening per la diagnosi precoce del cancro della cervice uterina (Pap-test o Hpv test) all’interno di programmi organizzati, pari al 58% (46,8% Italia). Sempre Farci ha sottolineato la necessità che “il Registro tumori regionale venga reso operativo quanto prima”.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share