Olbia, negata la scarcerazione al presunto affiliato al-Qaeda

Il Tribunale del riesame di Cagliari ha respinto la richiesta di scarcerazione di Imitias Wali Khan – difeso da Antonio Meloni – uno dei tre presunti terroristi, sospettati di appartenere alla cellula di Al Qaida smantellata ad Olbia, accusato di strage, associazione per delinquere finalizzata al terrorismo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Analoga istanza è stata avanzata oggi dal difensore di Sultan Khan, ritenuto il capo della cellula scoperta a Olbia dalla Dda di Cagliari e dagli uomini della Digos di Sassari, e di Muhammad Siddique, presunto affiliato. I giudici del Riesame decideranno entro sabato 16. Nel motivare la richiesta di scarcerazione dei suoi due assistiti, l’avvocato Luca Tamponi ha portato all’attenzione del Tribunale e del pm Danilo “una lettura alternativa dei fatti”. “Siamo dinanzi ad una interpretazione incoerente che travisa la realtà”, spiega il legale. Nelle memorie difensive depositate oggi, figura anche il certificato medico di un bambino di quattro anni di nome Osama, figlio della sorella di Imitias Khan, “trasportato a Nowshera nel 2010 per la frattura di una gamba – ricostruisce il difensore – in un ospedale militare dove sicuramente non poteva esser assistito un pericoloso e ricercato Bin Laden”. Sulla strage di Peshawar il legale precisa: “quando due pachistani, nel 2009, parlano di una bomba, fanno riferimento ad un ordigno scoppiato il giorno prima a Olbia e che aveva danneggiato il negozio del mio assistito. Un episodio quindi già avvenuto, l’attentato invece si verificò venti giorni dopo”. Non è escluso che a breve Imitias Khan possa essere trasferito da Nuchis (Tempio Pausania) in un carcere di massima sicurezza della Penisola.

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