Olbia, il Mercure nel mirino della Procura: “L’albergo di Sanciu su una falda acquifera”

Anche l’hotel Mercure finisce nel fascicolo dell’indagine della Procura di Tempio sulla tragica alluvione del 18 novembre scorso. L’albergo è di proprietà di Francesco Sanciu – ex assessore di Fi al Bilancio all’epoca della prima legislatura Giovannelli, nonchè fratello dell’allora presidente della Provincia gallurese, Fedele, ora commissario dell’Autorità portuale – e del numero uno di Fiamma 2000, Vittorio Marzano.

È stato aperto dopo una lunga battaglia legale solo nel 2010: la struttura la sera del 18 è stata allagata nel piano sottostante alla hall, dove erano ospitati sala conferenze, sala colazioni, centro benessere, cucine, lavanderia, mensa e uffici, con danni per milioni di euro. Tra i documenti acquisiti in questi giorni dalla Procura ci sarebbero concessioni edilizie e autorizzazioni a costruire la struttura in zona Baratta, vicino al canale che è esondato a causa dell’alluvione. Nel fascicolo sono finite anche le comunicazione intercorse, nelle fasi di costruzione, tra i proprietari dell’edificio e gli uffici comunali in cui i titolari segnalavano la presenza di una falda d’acqua nelle fondamenta. Carteggio a cui è seguito il completamento dei lavori e l’apertura della struttura tre anni fa. E ora, dopo l’alluvione, le verifiche della Procura.

Anche noi siamo delle vittime di un evento straordinario”. Così Francesco Sanciu, uno dei proprietari dell’Hotel Mercure. “Abbiamo acquistato l’area, dove esisteva già un albergo in costruzione, nel 1992 – racconta l’imprenditore – La prima concessione ci venne assegnata nel 1995, per poi aprire, in seguito a differenti varianti e modifiche della compagine societaria, nel 2010. Ma l’albergo – precisa Sanciu – non ostruisce il canale e nulla ha a che vedere con l’allagamento della zona”. Il Mercure, una struttura a 4 stelle costruita in via Puglie, con Spa e albergo, è chiuso dal 18 novembre e i suoi 30 dipendenti si trovano in cassa integrazione.

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