Olbia, firmata l’ordinanza di demolizione per la villa di don Verzè

Non c’è pace a Olbia per la struttura dell’ex San Raffaele (ora Mater Olbia): l’amministrazione comunale ha emanato oggi un’ordinanza di demolizione “delle opere abusive realizzate dalla Fondazione Monte Tabor nell’ambito del compendio immobiliare in cui sorge l’edificio destinato ad ospitare l’ex ospedale San Raffaele”. Si tratta della Casa rossa, uno stazzo con annesse stalle, trasformato negli anni in villa con piscina e situato all’interno del terreno in cui sorge il gigante in cemento e vetro alle porte di Olbia, a cui ora è interessato l’emiro del Qatar. La villetta, del valore di oltre 3 milioni di euro, era compresa nel piano di lottizzazione presentato dalla Fondazione Monte Tabor per costruire il complesso sanitario ed era destinato a residenza del presidente della Fondazione, don Verzè, durante i suo soggiorni a Olbia. “Il provvedimento odierno è conseguente al rigetto della domanda di sanatoria delle stesse opere per le quali, fin dal 2011, era in atto una procedura amministrativa di verifica e sanzionamento degli abusi esistenti”, spiega all’ANSA il sindaco Gianni Giovannelli. Il caso della “Casa rossa” era scoppiato alla fine del 2011 con un blitz dei tecnici del Comune che puntava a verificare le autorizzazioni e le concessioni della villa. Gli accertamenti avevano però portato l’amministrazione a firmare, già tre anni fa, l’ordinanza di demolizione, a cui è però seguito un ricorso al Tar presentato dalla stessa Fondazione Monte Tabor che si opponeva all’ordinanza di demolizione. Il fascicolo era stato trasmesso anche alla Procura di Tempio. Ora la nuova ordinanza per abbattere lo stabile.

 

 

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