Olbia, dissequestrata discarica Cipnes: “Pronti a chiedere i danni all’Arpas”

L’area della discarica olbiese di Spiritu Santu, nella quale erano stati stoccati fanghi di depurazione provenienti dalla Campania è stata dissequestrata, questa mattina, su disposizione della procura della Repubblica di Tempio. Il provvedimento è stato adottato dopo che l’Arpas, incaricata dalla Magistratura penale di eseguire come consulente d’ufficio una approfondita serie di analisi sulla composizione dei fanghi, ha accertato che “nessuno dei campioni esaminati presenta caratteristiche di pericolo, per cui tutti i rifiuti campionati possono essere classificati come ‘non pericolosi’ ai sensi del regolamento Ue 1357/2014. Di contro non si è potuto procedere alla revisione dell’analisi del campione con evidente stato di alterazione”. Quest’ultimo riferimento era relativo al campione di fanghi prelevato nel settembre dello scorso anno nei quali vennero rilevati dagli analisti dell’Arpas la presenza di agenti inquinanti, compresi idrocarburi. A dare avvio all’intera vicenda fu l’ex parlamentare Mauro Pili, che nel suo blog denunciò il caso dei “fanghi” provenienti dalla Campania innescando la reazione degli abitanti della frazione di Multa Maria, sul cui territorio ricade la discarica pubblica gestita per conto dei diversi comuni dal Cipnes (il consorzio industriale provinciale del nord est Gallura), e dalla quale denuncia scaturirono le indagini del Noe di Sassari e della Procura della Repubblica di Tempio.

L’indagine condotta dal capo degli uffici inquirenti galluresi, Gregorio Capasso, e dal sostituto procuratore, Ilaria Corbelli, portò all’iscrizione sul registro degli indagati dei vertiti del Cipnes e delle diverse aziende di trasformazione e trasporto dei fanghi. In un comunicato stampa diffuso oggi il Cipnes ha evidenziato la propria soddisfazione “per l’evolversi dell’inchiesta, e intende sottolineare l’estrema correttezza della Procura della Repubblica di Tempio che ha coordinato le indagini dei rifiuti conferiti alla discarica di Spiritu Santu con estremo scrupolo, nel rispetto assoluto delle garanzie di difesa. Ma il consorzio non può fare a meno di rimarcare l’atteggiamento superficiale dell’Arpas. L’Agenzia ha infatti fornito alla Procura della Repubblica dati totalmente errati che hanno dato la stura ad una serie di reazioni, soprattutto sui social network scomposte, oltrechè diffamatorie, evocando presunti legami con la malavita organizzata, che hanno leso in maniera gravissima l’immagine del Cipnes. Alla luce del macroscopico e non scusabile errore il Consorzio sta valutando l’opportunità di agire nei confronti dell’Arpas per il risarcimento dei danni economici e d’immagine patiti”. Il legale che assiste il presidente del Consorzio e lo stesso Ente pubblico e il cassazionista di Olbia Marzio Altana.
G.P.C.

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