Ogliastra, omicidi all’inizio del duemila: testimoni convocati in Corte d’Assise

Sfilata di testimoni al processo in Corte d’Assise a Cagliari sulla catena di omicidi, rapine e attentati avvenuti in Ogliastra 20 anni fa e legati, secondo la Dda, all’assalto all’armeria di Capo Bellavista, ad Arbatax, nel settembre del 2004. Cambiata la giudice a latere (a Stefania Selis è subentrata Alessandra Angioni), la Corte presieduta da Tiziana Marogna ha proseguito con l’esame delle prove d’accusa: il pubblico ministero Danilo Tronci ha chiamato a deporre un gran numero di testi, ma molti dei quali – anche a causa del troppo tempo trascorso dai fatti – hanno avuto necessità di varie contestazioni prima che dalla memoria riaffiorassero i ricordi.

Continua dunque il dibattimento sull’assalto e sugli omicidi: i malviventi erano riusciti a scappare con diverse armi da guerra di proprietà dell’Esercito. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, durante la rapina al deposito uno dei banditi, Marco Ferrai, morì per cause mai chiarite. I suoi genitori, Nino Ferrai e la moglie Mariangela Bagnoni, vennero uccisi dopo pochi mesi – nel dicembre del 2004 – proprio perché, dice ancora l’accusa, avrebbero iniziato ad indagare per scoprire le ragioni della scomparsa del figlio. Alla sbarra sette imputati: Angelo Balzano di Arzana, i suoi compaesani Giangiuseppe Ferrari e Luigi Piras, Andrea Agus di Lanusei, Paolo Mulas e Armando Mameli, entrambi di Tertenia, e Salvatore Mereu di Tortolì.

Cesare Balzano, fratello di Angelo e ritenuto uno dei capibanda, è stato ucciso in un agguato nel suo podere nell’agosto 2019. Indagando sui vari episodi, i carabinieri del Nucleo investigativo di Nuoro e il pm Tronci avevano ricostruito le trame degli omicidi di Lino Perotti e Angelo Tangianu, oltre che di Marco Ferrai e dei suoi genitori, e di una sfilza di rapine e attentati contro una società specializzata nella raccolta e nel conferimento dei rifiuti: ad alcuni imputati viene contestata l’estorsione con l’aggravante del metodo mafioso.

Contestati, a vario titolo e a ciascuno per le proprie responsabilità, anche la detenzione illegale di armi e l’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Dopo l’udienza di oggi il processi si fermerà per qualche mese: riprenderà il 14 ottobre.

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