Tempi lunghi, spot per spingere all’auto-candidature e criteri rigidi per la scelta. Emergono altre certezze mentre continua il dibattito sul dove sorgerà il maxi deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, eredità delle centrali nucleari chiuse negli anni ’80. Ebbene: il deposito Sogin non sorgerà in un’ex miniera. A fornire la puntualizzazione Roberto Mezzanotte, ex direttore del dipartimento nucleare dell’Ispra, secondo cui alcune voci circolate in questi ultimi giorni ”sono infondate”. In particolare, Mezzanotte fa riferimento ai timori nati in Sicilia legati proprio alla presenza di miniere dismesse. In questo momento, spiega Mezzanotte ripreso dall’agenzia Adnkronos, ”le miniere non centrano. Sarebbero state interessate se si fosse preso in considerazione un deposito geologico”. Il progetto invece ”riguarda un deposito superficiale”. Miniere a parte, ”i criteri comunque non escludono le isole” e la Sicilia, come anche la Sardegna, possono ancora avere le loro ‘chance’ per ospitare il deposito. Solo in base ad unico criterio, quello sismico, ”sono sicuramente escluse Umbria, Marche e l’Emilia Romagna quasi tutta” mentre al sud ”la regione che ha più spazio è probabilmente la Puglia”. Quest’opera, conclude Mezzanotte, ”è necessaria ma l’autocandidatura potrebbe non esserci”.
Sardinia Post si ferma, la solidarietà della Giunta Todde
La presidente Alessandra Todde e tutta la Giunta regionale esprimono la loro vicinanza ai giornalisti di Sardinia Post, rimasti senza lavoro…