Non simulò furto e incendio della sua Porsche, assolto Graziano Mesina

Graziano Mesina non simulò il furto e il successivo incendio della sua Porsche Cayenne nel marzo 2013 allo scopo di truffare l’assicurazione. La giudice monocratica del tribunale di Nuoro, Teresa Castagna, lo ha così assolto dalle accuse perché il fatto non sussiste. Anche il Pm aveva chiesto l’assoluzione dell’ex primula rossa del banditismo sardo – assente oggi in aula – e la stessa sollecitazione era arrivata dalle avvocate dell’imputato, Maria Luisa Vernier e Beatrice Goddi. “Mesina – hanno detto i legali in aula – non ha mai assicurato la sua auto sin dal 2011 quando è entrato possesso della Porsche Cayenne, né ha mai posto in essere azioni risarcitorie nei confronti dell’assicurazione una volta avvenuto il furto e l’incendio. Manca quindi il dolo, ovvero la consapevolezza di essere in possesso di un’assicurazione, una tesi questa – hanno insistito le due avvocate – confermata in aula dall’assicuratore di riferimento della Porsche”.

Secondo la difesa, inoltre, gli orari che avrebbero dovuto ‘incastrare’ Mesina non sono compatibili con il furto dell’auto. Il colpo risale al 26 marzo del 2013, mentre Grazianeddu e il suo autista pranzavano in un ristorante di Villagrande. Qui Mesina avrebbe ricevuto una telefonata dai presunti ladri, che si sarebbero scusati con lui dicendo di non sapere che la Porsche fosse sua e dandogli indicazioni per il ritrovamento. L’auto venne trovata incendiata in una cava dismessa del Montalbo qualche giorno dopo. È la seconda assoluzione per Mesina negli ultimi mesi: la Corte d’appello di Cagliari lo aveva dichiarato non colpevole di un omicidio avvenuto 42 anni fa a Mamoiada. Pesa, invece, su di lui una recente condanna a 30 anni, inflitta dal tribunale del capoluogo isolano, per associazione a delinquere.

 

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