Il Tribunale di Nola ha assolto con formula piena i dieci carabinieri accusati di abuso di ufficio e lesioni aggravate dall’odio etnico da tre sardi arrestati a Roma nel 2010.
Secondo quanto raccontato ai giudici da Pasquale Scanu di Bitti, Giuseppe Boccoli di Siniscola e Domenico Porcu di Silanus, fermati sette anni fa e successivamente processati per il sequestro lampo dell’imprenditore Antonio Buglione, i dieci carabinieri che nel novembre del 2010 operavano nel Nucleo investigativo di Castello di Cisterna, in provincia di Napoli, dopo averli arrestati avrebbero sottoposto i tre presunti sequestratori a un pestaggio (mani legate dietro la schiena, pugni e calci) inframmezzato da frasi come “sardi di m…. inginocchiatevi davanti alla giustizia…” , e altre ancora del tipo “sardignuoli di m…. sappiamo noi come trattare i sardi” .
Due anni dopo ecco la sentenza dei giudici di Nola, riportata oggi sul quotidiano L’Unione Sarda: “A parere del Collegio le dichiarazioni delle persone offese non superano il vaglio né della credibilità soggettiva di ciascuno di essi né della attendibilità intrinseca del loro racconto. Non c’è alcun elemento di prova che consenta di sostenere le accuse e la ricostruzione processuale demnota la mendacia delle dichiarazioni rese dalle persone offese, che devono perciò ritenersi mosse da un intento calunniatorio”.
Dopo la sentenza il Tribunale di Nola ha disposto il trasferimento degli atti processuali alla Procura per l’accusa di calunnia nei confronti di Scanu, Boccoli e Porcu.
La vicenda giudiziaria principale, quella relativa al sequestro, è particolarmente complessa. La sentenza di condanna di Scanu (26 anni di reclusione) e Boccoli (28 anni) è stata infatti annullata dalla Cassazione senza rinvio e ora il processo dovrà riprendere dal principio.