Nel carcere di Cagliari-Uta manca l’ospedaletto femminile, si apre il caso

Manca un centro clinico femminile nel carcere di Cagliari-Uta e “nelle altre strutture penitenziarie della Sardegna, nonché di case di cura e custodia per donne detenute o di un reparto di ricovero dedicato alle persone private della libertà”: lo denuncia Maria Grazia Caligaris, presidente di ‘Socialismo Diritti Riforme’, avendo appreso che “una paziente detenuta sarà trasferita in ospedale dove sarà sarà piantonata giorno e notte da agenti della Polizia penitenziaria, per poter essere sottoposta a osservazione psichiatrica”.

Dice la Caligaris: “È assurdo che le pazienti detenute che necessitano di osservazione psichiatrica o vivano una condizione di grave disagio mentale non possano avere le stesse opportunità dei pazienti di sesso maschile. Ancora più grave è che quando si verifica una emergenza, come nel caso della donna, si debba ricorrere a un ricovero ospedaliero nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura del Santissima Trinità di Cagliari”.

Per l’associazione, “la paziente donna dovrebbe invece essere trasferita in una idonea struttura perché il Centro
clinico della casa circondariale di Cagliari-Uta è nel settore maschile. Una struttura che potrebbe essere reperita fuori dall’Isola in situazioni temporanee finalizzate al raggiungimento di una diagnosi più approfondita. È però da rimarcare che da altri penitenziari della penisola giungono con facilità detenuti problematici o in osservazione. Ciò sembra suggerire che le disposizioni non sono sempre le stesse. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria dovrebbe evitare qualunque forma di discriminazione di genere soprattutto quando si tratta di persone che vivono in una condizione di fragilità”.

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