Giovannino Pinna, il sub sassarese 35enne sopravvissuto al naufragio del 12 aprile nel Golfo dell’Asinara, è stato dimesso in serata dall’ospedale Santissima Annunziata di Sassari. La barca con cui Pinna stava facendo una battuta di pesca subacquea insieme al cugino, Davide Calvia, ancora disperso, era affondata nel tratto di mare tra Stintino e Porto Torres.
Giovannino Pinna era stato ritrovato 24 ore dopo, la notte del 13 aprile, su una spiaggia della Marina di Sorso, a una quindicina di chilometri dalla zona del naufragio. Era in condizioni critiche ed era arrivato in ospedale in stato di coma indotto dall’ipotermia e dal principio di annegamento. Era stato sedato e ricoverato nel reparto Medicina di urgenza, dove è rimasto fino a oggi, monitorato dai medici, sia per le sue condizioni fisiche, sia per quelle psicologiche. Il 35enne era molto scosso per l’accaduto, aveva ricordi confusi ed era molto provato per la scomparsa del cugino.
Sull’incidente la Procura di Sassari ha aperto un’inchiesta, affidando le indagini alla Capitaneria di porto di Porto Torres e ai carabinieri di Porto Torres e del Comando provinciale di Sassari. A loro Pinna dovrà chiarire i molti aspetti oscuri dell’incidente. Al vaglio degli inquirenti c’è anche il furto di una barca che era ormeggiata al porto di Porto Torres e che è sparita proprio il pomeriggio del 12 aprile: una delle ipotesi che gli investigatori stanno verificando è che possa essere l’imbarcazione utilizzata dai due naufraghi e affondata nel Golfo dell’Asinara.