Muravera, arriva l’ispettore. La Polpost indaga anche su chi ha diffuso il video

L’ispettore dell’Ufficio scolastico regionale oggi sarà a Muravera. “Incontrerà i genitori della vittima dell’aggressione e poi l’altra ragazza – conferma il direttore Francesco Feliziani – La cosa che ci interessa sapere di più in questo momento è l’origine dell’ episodio. Capire se c’era qualche cosa all’interno della scuola, qualche avvisaglia, se si è trattato di un caso isolato o se invece si erano create delle condizioni che hanno portato a quanto accaduto. Una volta accertata ogni cosa – spiega ancora Feliziani – potremo tarare gli interventi come sportelli d’ascolto. Credo che l’aspetto educativo sia ancora più importante di quello repressivo”. L’Ufficio scolastico regionale sta mettendo in piedi una serie di interventi. “Ci coordineremo chiaramente con il Ministero”, precisa Feliziani.

La giovane vittima dell’aggressione, accaduta sabato scorso all’uscita dell’istituto alberghiero di Muravera, ripresa da un cellulare e infine pubblicata su web dove ha raggiunto 4 milioni di visualizzazioni, intanto ha perdonato la sua compagna di scuola ed rientrata a scuola. “Dopo l’aggressione sono tornata a casa, ero distrutta, pensavo di non uscire più”, racconta la vittima. Invece, anche grazie ai genitori, ha trovato il coraggio di tornare a scuola, la forza di raccontare quanto le era accaduto, giustificando anche chi ha guardato senza fare nulla. “Hanno avuto paura – dice – anche io ne ho avuta. Ho sopportato gli schiaffi, ho trattenuto le lacrime ma non mi sono inginocchiata, come lei mi ordinava. Le ho detto al telefono quando mi ha chiamata per chiedere scusa: poteva picchiarmi, ma in ginocchio no”. Il coraggio della ragazzina affiora anche quando lancia il suo appello contro il bullismo. “Sto raccontando tutto per far capire che le vittime stanno molto male – spiega – chiunque patisca questa sofferenza parli, dica tutto ai genitori e alle forze dell’ordine: c’è chi si uccide, e invece bisogna denunciare perché c’è chi ci aiuta”.

Al momento i carabinieri della Compagnia di San Vito, che si stanno occupando del caso, non hanno ricevuto alcuna denuncia formale, ma procedono comunque negli accertamenti per identificare tutti i protagonisti: il video, poi rimosso da Facebook grazie alla segnalazione delle autorità italiane, era stato subito acquisito. Si valutano, di concerto con la Procura dei minori, le eventuali contestazioni. Si potrebbero configurare violenza privata, percosse e minacce.

Parallelamente sono al lavoro gli specialisti della polizia postale di Cagliari, gli stessi che hanno contatto Facebook notificando il provvedimento che ordinava la rimozione del filmato. La Polpost si sta occupando di tutti gli aspetti tecnici relativi alla pubblicazione del video. In particolare si sta cercando di eliminare dal social, con la collaborazione dei vertici di Facebook, tutti i filmati che nonostante la prima cancellazione vengono nuovamente pubblicati anche su YouTube. Allo stesso tempo si lavora per individuare la prima persona che lo ha pubblicato e quelle che lo hanno condiviso, ma anche tutti gli utenti del web che hanno minacciato la “bulletta” diventata a sua volta vittima di cyberbullismo.

Dopo l’episodio di Muravera, dalla Cisl arriva una proposta per sensibilizzare i giovani sul fenomeno del bullismo: “Giudicare è sempre facile, testimoniare e trasformare drammi e negatività è la vera sfida. Sarebbe importante e significativo che le due adolescenti di Muravera realizzassero assieme uno spot contro il bullismo e la violenza”. L’idea è del segretario regionale della Funzione pubblica della Cisl sarda, Davide Paderi. “In una società ricolma di violenza degli adulti, spesso gratuita e pretestuosa – sostiene il sindacalista – loro due assieme con un messaggio semplice, senza giudicare, ma guardando avanti, darebbero un bel messaggio a tutti”.

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