Regione, mozione sul Porto canale di Cagliari: “A rischio i posti di lavoro”

Una mozione urgente sulla ventilata ipotesi di cancellazione degli scali al Porto canale di Cagliari nel servizio EPIC/IOS da parte della compagnia di navigazione tedesca Hapag – Lloyd. L’hanno presentata i consigliere regionali di maggioranza – primo firmatario Piero Comandini – contro la decisione della compagnia di cancellare gli scali al porto di Cagliari nell’ambito dei collegamenti tra il subcontinente indiano e il nord Europa realizzati con le denominazioni Europe Pakistan India Consortium (EPIC) e Indian Ocean Service (IOS). L’ultima partenza programmata dal porto italiano è stata quella della portacontainer Teno, che ha lasciato Cagliari il 29 giugno.

“Il Porto canale di Cagliari, grazie alla disponibilità di immensi spazi nell’entroterra dedicati alla movimentazione dei container e all’invidiabile posizione geografica nel Mediterraneo – si legge in una nota stampa di Comandini – è diventato uno dei principali terminal container del traffico destinato ai principali porti del Mediterraneo e non solo. Nel 2015 ha fatturato, rispetto al 2014, un incremento di circa il 2,46%, e si conferma quarto porto italiano di transhipment con un trend in continua crescita; ad oggi la potenzialità che offre l’intero terminal non è utilizzata al 100%, basti pensare che la movimentazione attuale è di 1.300.000 teus (i container utilizzati per movimentare le merci, ndr) mentre quella potenziale è di 3.600.000 teus e l’attuale area utilizzata è di 400.000 mq contro i 900.000 mq sfruttabili, attorno alle attività è impegnata una forza lavoro di circa 350 addetti; questo significa – prosegue Comandini – che il porto canale di Cagliari offre ancora grandi possibilità di crescita, assolutamente necessaria per assicurare all’Isola tutte le opportunità di sviluppo, capace di cogliere le opportunità che si aprono e accettare la sfida competitiva che arriva dagli altri porti del Mediterraneo”.

“Dal 2003 ad oggi – aggiunge il consigliere del Pd – non è stato fatto nessun concreto investimento né pubblico e né privato, facendo venir meno la flessibilità e l’efficienza dei processi portuali in cui il porto primeggiava – chiediamo – continua Comandini – un’immediata verifica ed eventualmente, attraverso l’apertura di un tavolo tecnico con tutte le parti coinvolte al processo produttivo del terminal, mettere in campo tutte le strategie possibili al fine di individuare le soluzioni che consentano non solo la prosecuzione delle attività ma il rilancio ed il potenziamento delle stesse, così da rendere il terminal altamente competitivo nell’interesse dello sviluppo della Sardegna e, scongiurare la conseguente perdita di un ingente numero di posti di lavoro”.

(foto di Roberto Pili)

 

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