Morto a 56 anni il cagliaritano che costruì una chiesa in Niger

Era stato in Niger con i preti missionari per costruire la parrocchia di Gaya e da qualche anno era tornato in Italia per lavorare al centro spirituale Papa Luciani di Santa Giustina a Belluno. Severino Pinna, 56 anni, di Cagliari è morto all’ospedale di Feltre dove era ricoverato dal 19 novembre scorso. Il cagliaritano, che da diversi anni aveva lasciato l’Isola, era stato sottoposto a un’operazione, ma a causa di una serie di complicazioni il suo cuore ha smesso di battere.

Pinna era amato e ben voluto da tutti. Dopo aver vissuto a Cagliari si era trasferito inizialmente a Bergamo e poi in Islanda. Infine era arrivato al villaggio di Corte in Cadore dove aveva incontrato Virginio De martin. Fu proprio il sacerdote a convincerlo a dedicare alcuni suoi anni per una missione in Niger. La diocesi di Belluno e Fletre, nella pagina ufficiale, ricorda con affetto il cagliaritano, ricordando proprio le sue parole durante l’esperienza in Niger. “Il 17 marzo 2011 ho fatto la mia prima visita a Gaya, in Niger, dove la diocesi aveva aperto da alcuni mesi una missione – scrivono sul sito della diocesi riportando le parole di Severino Pinna – . E laggiù mi ha contagiato il mal d’Africa che, dal 1 dicembre 2011 fino al settembre 2017, mi ha portato in Niger, a costruire le strutture necessarie alla parrocchia di Gaya”.

“Tra le maestranze nigerine è rimasto senz’altro un grato ricordo di lui – scrivono dalla diocesi – non solo per i suoi modi e gli arcani intercalari in sardo che non mancavano mai”. Tornato in Italia su richiesta del vescovo Renato era andato a lavorare al centro spirituale Papa Luciani. Purtroppo due giorni fa il suo cuore ha smesso di battere.

Ma.Sc.

[Foto dal sito della Diocesi Belluno-Feltre]

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