Il 2022 è stato un anno di morte e di tragedie sul lavoro. In Italia sono state 1.090 le vittime, con una media di oltre 90 decessi al mese. I dati arrivano dall’Osservatorio Vega che ha mappato tutte le Regioni. Quelle più insicure sono Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Basilicata, Marche, Umbria e Campania. I dati della Sardegna sono inferiori alla media nazionale.
Lo studio si basa sul rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa regionale e provinciale, la cui media in Italia alla fine del 2022 è di 35 decessi ogni milione di occupati. Dal conteggio mancano “quelli che appartengono all’economia sommersa e tutti i lavoratori che non sono assicurati Inail”, ha detto Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio.
Secondo l’indagine, la sanità è il settore più colpito, seguito da attività manifatturiere e trasporti. In Sardegna l’ennesima strage sul lavoro ha riguardato un ventenne che stava lavorando in un cantiere nel nord Sardegna, alle porte di Sassari. I dati sull’Isola, almeno, sono inferiori alla media nazionale. A finire in zona rossa alla fine del 2022 infatti, con un’incidenza superiore a più 25 per cento rispetto alla media nazionale sono: Valle D’Aosta, Trentino-Alto Adige, Basilicata, Marche, Umbria e Campania. In zona arancione: Puglia, Calabria, Sicilia, Piemonte, Toscana e Veneto. In zona gialla, cioè sotto la media nazionale: Liguria, Abruzzo, Lazio, Molise, Emilia Romagna, Lombardia e Sardegna. In zona bianca, ossia la zona in cui l’incidenza delle morti sul lavoro è la più bassa, troviamo Friuli-Venezia Giulia.