L’ipotesi è che abbiano turbato la vendita all’asta di appartamenti e terreni di una società con sede a Tortolì attraverso ripetute minacce. L’obiettivo era quello di far desistere i possibili acquirenti col fine di favorire l’indagato, prestanome dell’imprenditore fallito. Protagonisti della vicenda due noti imprenditori. In tutto sono quattro gli indagati per diverse ipotesi di reato contro la pubblica amministrazione, contro il patrimonio e di natura informatica.
Dalle prime ore del mattino i carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Nuoro stanno eseguendo l’ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari ed eseguendo perquisizioni e sequestri di edifici e terreni. Secondo le dichiarazioni di quanti avevano desistito dalla partecipazione all’asta, sarebbero stati destinatari di atteggiamenti e frasi ostruzionistiche nel corso dei sopralluoghi, ad opera dell’indagato che deteneva le chiavi degli immobili; a tali comportamenti sarebbero poi seguite esplicite minacce, mediante messaggi su fogli rinvenuti sul parabrezza dell’autovettura, nonché visite ricevute a domicilio e intromissioni “bonarie” ad opera di terzi, con esortazioni e consigli a ritirarsi dalla gara.
Dall’attività investigativa è emerso il coinvolgimento di un maresciallo dei carabinieri e di un assistente capo del Corpo forestale della Regione Sardegna, quest’ultimo in servizio all’epoca dei fatti ed oggi in congedo e non destinatario di misure cautelari. Il primo avrebbe controllato, accedendo alla banca dati Sdi in uso alle forze di polizia, 5 persone che, in periodi diversi, avevano visionato gli immobili oggetto d’asta, desistendo poi dal presentare offerte. Per quanto finora emerso dalle indagini, l’Ispettore dei carabinieri non avrebbe avuto ragioni di servizio plausibili (a parte il rapporto amicale con l’imprenditore sottoposto a procedura fallimentare) per svolgere accertamenti sulle persone interessate all’asta. L’uomo ora è ai domiciliari. Per l’imprenditore già sottoposto a iter fallimentare e per un altro indagato, il gip del Tribunale di Cagliari ha disposto la misura cautelare in carcere, mentre per l’imprenditore presunto prestanome, aggiudicatosi l’asta, gli arresti domiciliari.