Migranti, tensione al Cpa di Macomer. Alcuni ospiti fuggono: rintracciati

Non si fermano gli sbarchi di migranti lungo le coste del Sud Sardegna. Nella giornata di ieri ne sono arrivati 34 e tra questi una donna. Quelli registrati tra ieri mattina e ieri notte sono in parte diversi dal solito. Dieci algerini, infatti, sono arrivati a bordo di diversi barchini e un motoscafo con un motore fuoribordo da 150 cavalli sulla spiaggia di Chia, nel territorio di Domus De Maria. I migranti sono stati visti dai bagnanti allontanarsi a piedi e salire a bordo di un furgone, poi sparito dalla zona. Polizia, carabinieri e Guardia di finanza sono comunque riusciti a rintracciarli.

Il motoscafo è stato sequestrato dalle Fiamme gialle. Altri due barchini con a bordo complessivamente 24 persone sono stati bloccati dalla Guardia di finanza vicino all’Isola del Toro e sono stati poi condotti al porto di Sant’Antioco. Tutti i migranti sono stati accompagnati nel centro di prima accoglienza di Monastir dove saranno visitati, identificati e rimarranno in quarantena.

Nel frattempo il clima è teso tra gli ospiti all’interno del Cpa di Monastir, anche a causa dei casi di positività al coronavirus accertati: alcuni di loro hanno fatto sentire la propria voce con urla udibili al di fuori della struttura. La situazione viene tenuta costantemente sotto contro da polizia e carabinieri. Ieri, come già accaduto in passato, alcuni degli ospiti della struttura sono fuggiti. Si temeva fossero positivi, ma da quanto si apprende, è stato un falso allarme. Sono stati rintracciati dalle forze dell’ordine.

La situazione all’interno del centro di accoglienza preoccupa i sindacati di polizia. “Ormai appartengono alla cronaca quotidiana i disordini all’interno del Cpa di Monastir, nel sud , dove gli arrivi di migranti, molto spesso cittadini algerini, che giungono tramite barchini, sono all’ordine del giorno, impegnando fino allo stremo le Forze dell’ordine, che devono tentare di mantenere un minimo di ordine all’interno del centro e quotidianamente procedere alle ricerche di quelli che, in alcuni casi sembra contagiati dal coronavirus, spesso se ne allontanano”. Così Vincenzo Chianese, Segretario generale di Es Polizia. “La conformazione della struttura è tale da non consentire la separazione tra i migranti risultati positivi e quelli al momento negativi, che così rischiano quindi costantemente di essere contagiati – aggiunge il sindacalista – così come rischiano poliziotti, carabinieri e finanzieri che con vengono a contatto con gli ospiti del Cpa nel corso dei disordini o quando li rintracciano a seguito delle continue fughe che continuano a ripetersi quasi ogni giorno -.

“Per garantire la salute dei migranti, degli operatori delle forze di polizia – sottoposti a una pressione eccessiva – e dell’intera comunità chiediamo quindi al Ministro Lamorgese – conclude Chianese – di attivarsi per individuare un’altra struttura in cui attestare il Cpa, che sia conformata in maniera da consentire la separazione degli ospiti positivi al Covid-19 dai restanti ed, al tempo stesso, sia idonea a prevenire disordini e allontanamenti arbitrari che mettano a repentaglio la salute pubblica”.

Preoccupazione è stata espressa anche dal sindacato di polizia Siap. “Purtroppo si deve parlare di vero e proprio focolaio covid all’interno della struttura di Monastir, infatti, i positivi continuano a salire a causa della totale promiscuità dovuta al sovraffollamento della struttura. Gli allontanamenti sono diventati la regola ma la cosa che preoccupa di più è il fatto che in mezzo ci siano numerosi positivi – ha detto il segretario provinciale del Siap, Mauro Aresu -. È gravissimo l’episodio del danneggiamento e del furto dei farmaci dall’infermeria ma oramai è una escalation di problemi irrisolvibili nell’attuale struttura di Monastir. Da circa un mese abbiamo chiesto l’utilizzo di una nave quarantena per la Sardegna ma tutto tace. Continuiamo a ripetere che bisogna trovare il modo di separare i positivi dal resto del gruppo e soprattutto dai richiedenti asilo (una trentina circa) che andrebbero immediatamente trasferiti in altri centri della Provincia per liberare totalmente la palazzina Cas”.

“Soluzioni sul tavolo potrebbero essercene tante – ribadisce il sindacalista – oltre alla nave, alla palazzina Cas, si potrebbe pensare anche a un riutilizzo dell’ex penitenziario di Iglesias. I colleghi svolgono il turno di servizio a contatto con i migranti (oramai è quasi impossibile differenziare I positivi) ed abbiamo paura che il contagio si possa diffondere, pertanto chiediamo ai competenti Uffici della Regione, di effettuare test sierologici e tamponi per il personale che ha prestato o presta servizio a Monastir. Per favore tuteliamo loro e le famiglie”.

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