Stava pregando e non è salito subito sul gommone per raggiungere l’Italia: un trafficante libico non ha esitato a ferirlo con due fucilate alle gambe. Lo hanno scoperto gli investigatori della Squadra mobile di Cagliari, coordinati dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini, e i militari della Guardia di finanza durante gli interrogatori di alcuni dei 931 migranti sbarcati ieri mattina al porto del capoluogo sardo dalla nave mercantile norvegese, Siem Pilot, nel tentativo di individuare gli scafisti. Vittima del ferimento un 20enne del Gambia, sbarcato tra i primi dalla Siem Pilot proprio perché gambizzato. Il giovane ha raccontato di essere stato ferito mentre si trovava in uno dei tanti campi di Sabrata, dove vengono stipati i profughi in attesa di partire. Il ventenne era impegnato in una preghiera, per questo avrebbe ritardato l’imbarco suo e degli altri. Un trafficante libico a quel punto non ha esitato a premere per due volte il grilletto del fucile, ferendolo alle gambe. Il ventenne è comunque riuscito a imbarcarsi e arrivato a Cagliari ha raccontato la sua storia. Gli uomini della Mobile e i militari delle Fiamme gialle del Reparto operativo aeronavale aeronavale hanno sentito sia lui che altri profughi riuscendo a identificare due presunti scafisti. In manette sono finiti un minorenne gambiano e Charles Akalueonye, di 30 anni, nigeriano: durante la traversata, secondo quanto accertato dalla Polizia, si faceva chiamare con l’appellativo di “capitano”.
“Io stavo pregando, mi hanno colpito con due fucilate alle gambe, ho visto sparare altri migranti che non ho più visto imbarcarsi”. Sono le parole del ventenne del Gambia ferito alla gambe perché perdeva tempo pregando prima di salire sul gommone che doveva portarlo in Italia. Il giovane è stato sentito dagli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini, e dai militari del Reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza al lavoro per individuare tra i 931 profughi sbarcati a Cagliari domenica mattina dalla nave mercantile norvegese Siem Pilot, gli scafisti, poi arrestati. Il gambiano ha raccontato agli investigatori la sua storia. Lui lavorava in patria come meccanico, era partito alcuni mesi fa con il cugino, venditore di vestiti nei mercati, per cercare un futuro migliore in Europa.
I due hanno attraversato Gambia, Senegal, Niger e a maggio hanno raggiunto la Libia. Per due mesi sono rimasti a Sabrata, rinchiusi in un capannone insieme a migliaia di altri profughi. Ogni tanto arrivavano i libici che ordinavano a piccoli gruppi di lasciare immediatamente il rifugio per imbarcarsi sui gommoni. Mercoledì della scorsa settimana, in piena notte, sono tornati per prelevare anche il suo gruppo. Lui in quel momento stava pregando e ha perso tempo. Uno dei trafficanti-guardiani ha premuto senza esitare il grilletto del suo kalashnikov. “Sono stato colpito alle gambe – ha ricostruito il ventenne – altri sono stati colpiti, persone che non ho più visto imbarcarsi”. Il giovane deve in qualche modo la vita a un nigeriano che gli ha tamponato le ferite e aiutato a salire sul mezzo insieme al cugino. Ieri mattina ha raggiunto Cagliari con gli altri 931 migranti ed è stato trasportato subito in ospedale, le sue condizioni non sono gravi. Altri profughi hanno confermato agli investigatori le violenze subite durante i mesi di attesa in Libia, altri ancora hanno indicato i presunti scafisti che oggi sono stati arrestati.