Migranti, in due anni sbarcati in Sardegna oltre 12mila profughi

Oltre 12 mila migranti ospitati negli ultimi due anni nei centri di accoglienza della Sardegna, oltre 4.500 quelli attualmente nelle strutture dell’Isola. Sono alcuni dei numeri forniti nel corso del Tavolo di coordinamento regionale sui flussi migratori, convocato dal prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta, a cui hanno preso parte, il capo del Dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno, Mario Morcone, il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, gli assessori regionali della Salute, ma anche prefetti, questori, sindaci, il presidente della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, i presidenti di Anci, Caritas e Cri.

Nell’incontro è stato fatto il punto sulla situazione degli stranieri in Sardegna. Dal 20 giugno 2014 al 31 luglio scorso sono stati 12.132 i migranti trasferiti nei Centri di accoglienza. Il 47,5% è rimasto a Cagliari (in questo dato sono compresi anche i migranti arrivati autonomamente), il 30,2% a Sassari, il 13% a Nuoro e il 9,3% a Oristano. L’etnia prevalente è quella algerina. Attualmente sul territorio ci sono 4.554 migranti di cui 295 sbarcati direttamente sulle coste sarde. Particolarmente importante il problema dei minori non accompagnati che sono 950 di cui 660 ospiti in strutture per adulti. Sul fronte delle richieste di riconoscimento della protezione internazionale: da gennaio a luglio ne sono arrivate 1.502 mentre 1.458 erano quelle pregresse per un totale di 2.960.

Attualmente restano da giudicare 1.003 pratiche. Negli ultimi sette mesi la Commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato ha preso 1.957 decisioni. Lo status di rifugiato è stato riconosciuto a 45 stranieri, “protezione sussidiaria” a 194 migranti e protezione umanitaria a 263. Sono state, invece, rigettate 1.210 domande, pari al 57,80%.

Il prefetto Perrotta ha poi spiegato che “la maggior parte dei migranti che arrivano in Sardegna con le navi, non vogliono rimanere. Molti di questi, una volta che vengono ripartiti tra le province, abbandonano i centri di accoglienza e convergono a Cagliari, con la speranza di potersi imbarcare. Si accalcano nel centro cittadino, creano di conseguenza problemi igienico sanitari, manifestano la volontà di voler ripartire, tutto questo provoca problemi di ordine pubblico”.

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