Stipendi decurtati del 30% negli ultimi quattro anni, a fronte di un aumento “a dismisura” della flessibilità e della produttività, e soprattutto di una strategia industriale “disastrosa”. E’ quanto denuncia un comitato di lavoratori in esubero della compagnia aerea, che rileva in una nota che è “impossibile credere che a questo epilogo ci sia arrivato un management profumatamente pagato. L‘Ad di Meridiana, ing. Scaramella, percepisce più di 700.000 euro l’anno, più di quanto percepisca l’Ad di Air France o Easy Jet, e continua a percepirli tutti, senza decurtazioni né sacrifici, senza essere riuscito a fare un solo euro di utile in due anni“.
I dipendenti lamentano che nonostante le ingenti somme versate dal fondo Akfed dell’Aga Khan, “Meridiana è in rosso” e che il vero problema “non è il costo del lavoro, ma l’incapacità certificata dalle perdite di questo management di aggredire il mercato scegliendo nuove e redditizie rotte, secondo i trend del settore”. “Troppo facile e comodo – continuano – lasciare che a pagare il conto salato dell’incapacità altrui siano ancora una volta 1600 dipendenti su 1742”.
I dipendenti spiegano che le nuove rotte saranno affidate non al personale navigante Meridiana, ma “ai meno costosi e più flessibili ‘cugini’ di Air Italy, compagnia al 100% di proprietà di Meridiana, secondo quel gioco di scatole cinesi per cui si travasa attività nella scatola più piccola e meno costosa svuotando di operatività la scatola grande, con il solo risultato di generare esuberi, talmente tanti esuberi da essere balzati dal 40% della forza lavoro a quasi il 90%”. Per questi ultimi i dipendenti parlando di “pulizia etnica in grande stile” e di “macelleria sociale”. “Ora sono le istituzioni a doversi far carico di questo disastro. Ora sarà il Ministro Lupi a dover pretendere da questo management un serio piano di rilancio e la salvaguardia dei posti di lavoro, ora dovrà essere lui a garantire la correttezza e la giustizia di tutto ciò che si andrà a decidere. Lotteremo fino alla fine – concludono – perché sia chiaro a tutti che i colpevoli di questo sfacelo non siamo noi, e neanche chi deve pagare. Noi vogliamo solo lavorare e non rimanere fantocci a carico della collettività”.