Meridiana, una “battaglia aerea” sulla pelle dei passeggeri. E non è finita…

Caos e incertezza hanno il sopravvento nel post vertenza Meridiana. La risposta dei dipendenti alle 406 lettere di licenziamento inviate la notte fra il 28 e il 29 giugno scorsi è stata un duro colpo all’operativo della compagnia aerea. Non uno sciopero ma una sorta di epidemia sfociata in decine e decine di casi di malattia per piloti e assistenti di volo improvvisamente colpiti dalle più disparate patologie, dai problemi odontoiatrici agli attacchi di panico. Il risultato delle quattro giornate di fuoco sono 30 voli cancellati e oltre 2 milioni di euro di spese in più per l’azienda che ha dovuto noleggiare aerei ed equipaggi in modo da riproteggere le centinaia di passeggeri in viaggio, vittime incolpevoli del braccio di ferro fra la compagnia aerea e i lavoratori. La raffica di malattie ha prodotto assenze del 55% tra gli assistenti di volo e del 73% tra i piloti.

Il ricordo di “Aquila selvaggia”

Una situazione che riporta alla mente il ricordo dell’annus horribilis del trasporto aereo italiano con il fenomeno ribattezzato “Aquila selvaggia”: era il mese di giugno del 2003 quando 988 assistenti di volo dell’Alitalia presentarono contemporaneamente il certificato medico all’azienda e non si presentarono al lavoro. La compagnia restò paralizzata, lasciando a terra decine di migliaia di passeggeri inferociti. Furono spedite lettere di richiamo e inoltrate denunce al giudice del lavoro. Ma erano altri tempi e la categoria ebbe la meglio sull’azienda che fu costretta a fare marcia indietro sulla riduzione del personale necessario in cabina.

Qua siamo invece di fronte ad una vertenza che, dopo anni di preparazione, è ormai giunta al suo epilogo. In questo caso ci sono da una parte il personale licenziato fra assistenti di volo e personale di terra (in totale 406 persone, inclusi gli esodi volontari) dall’altra i piloti, dove non si registra alcun esubero ma che non accettano l’accordo firmato a Roma per un contratto più leggero basato più sulle ore effettivamente volate che sulla parte fissa dello stipendio. Per superare i disagi di questi giorni Meridiana ha attivato dei voli con aerei “navetta” operati da un Boeing 767 che consentono di collegare la Sardegna con Milano Linate, Roma e Verona, riproteggendo così tutti i passeggeri che sono stati avvisati con largo preavviso, in modo tale da evitare lunghe file ai check-in degli aeroporti.

Le proteste dei passeggeri sui social

L’epidemia dei dipendenti Meridiana viene stigmatizzata dai passeggeri sui social network. Messaggi di protesta per i voli cancellati e i disguidi subiti proprio all’inizio della stagione delle vacanze. Su Twitter si susseguono gli hasthag #ostaggidimeridiana. Le richieste di assistenza per riuscire a raggiungere la destinazione desiderata o i messaggi che avvisano di improvvise variazioni di programma come quello del festival “L’Isola delle Storie” di Gavoi che stasera non potrà ospitare lo scrittore Domenico Quirico proprio a causa della cancellazione del volo.

“Dirigenza folle e massacro sociale”

I sindacati che non hanno firmato l’accordo quadro del 27 giugno (Usb, Apm e Cobas) puntano il dito contro il management di Meridiana guidato dal presidente Marco Rigotti, individuati come unici responsabili dei disagi causati ai clienti Meridiana in questi giorni. Usb, Apm e Cobas lamentano in particolare la mancanza di iniziativa da parte dei vertici aziendali che, in una situazione così drammatica, non “è stata capace di controllare gli effetti da lei stessa creati”. Le tre sigle garantiscono che faranno tutto ciò che è necessario per difendere i diritti dei lavoratori nelle sedi opportune ma sottolineano che “tutte le parti in causa dovrebbero da subito chiedersi come ricostruire e ridare un minimo di certezze e prospettive a tanti lavoratori di questo paese”. Usb, Apm e Cobas chiedono che il management Meridiana dia notizie precise sull’accordo con il partner, la compagnia aerea Qatar Airways, fino ad ora rimasta nell’ombra. Per fare il punto della situazione le tre sigle hanno fissato un’assemblea dei dipendenti per il 4 luglio. Mentre il giorno seguente, 5 luglio, ci sarà uno sciopero.

Fra indiscrezioni e paure

L’assenza di notizie certe sulla partnership di Qatar Airways in base alla quale sono stati chiesti i sacrifici, alimenta paure e indiscrezioni fra il personale Meridiana rimasto nel perimetro aziendale. Secondo alcune voci l’azienda sarebbe in procinto di fermare gli ultimi aerei MD80 ancora in funzione costringendo al blocco anche i piloti abilitati a condurre il vecchio Mcdonnel Douglas. Altra paura diffusa è che non ci sia alcuna compagnia qatariota dietro l’accordo quadro siglato a Roma, ma si sia trattato di una strategia del management Meridiana per ottenere la firma sul nuovo, più vantaggioso, contratto di lavoro di piloti e assistenti di volo.

L’appello di Rigotti

“Dateci fiducia, credete nell’operazione che stiamo perfezionando, lavoriamo assieme nel progetto di rilancio. Non scriviamo una pagina non degna della nostra storia”. Così il presidente di Meridiana, Marco Rigotti, si è rivolto ai dipendenti in una lettera riferendosi alla difficile situazione creatasi con le decine di assenze per malattia.“Chiedo a tutti un senso di responsabilità, di chiunque siano le colpe del passato, sicuramente non ne hanno alcuna i nostri passeggeri. Colpirli oggi è tanto facile quanto vile e sleale”, scrive Rigotti rivolgendosi in particolare agli equipaggi che negli ultimi giorni hanno inviato la comunicazione di malattia, costringendo a terra gli aerei . “Lavoriamo insieme per migliorare ciò che non va” ha scritto Rigotti “ma non sprechiamo un’opportunità importantissima e ormai a portata di mano”, riferendosi alla definizione dell’accordo di partnership con Qatar Airways ormai vicinissima. “So bene che ci sono criticità, specie da parte dei piloti (la categoria che oggi fa registrare il 73% di assenteismo per malattia, ndr) nei confronti del nuovo contratto di lavoro, ma cogliamo la sfida di un progetto che creerà le condizioni per accrescere il numero dei passeggeri, le ore volate, le tratte servite”. Rigotti parla anche ai dipendenti che hanno lasciato l’azienda o hanno ricevuto la lettera di licenziamento: “l’operazione di partnership può esser importante anche per voi, perché il suo successo un domani, spero non lontano, potrebbe rappresentare un’opportunità per rientrare in azienda”.

Costanza Bonacossa

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