Un richiamo all’unità, per contrastare compatti il piano industriale dell’azienda, con l’approvazione di un documento finale. Si è conclusa a Olbia l’assemblea generale dei lavoratori di Meridiana, convocati da Fit Cisl, Filt Cgil, Ugl, Cobas, Usb e Apm al Museo Archeologico. “E’ il momento dell’assunzione di responsabilità – hanno detto i sindacati – in questa vertenza qualcuno perde e qualcuno vince, e chi perde ne paga le conseguenze”. “Dobbiamo avere le idee chiare e i sindacati devono avere dai dipendenti un mandato preciso”, ha detto Mauro Rossi, della Filt Cgil. Un mandato riassunto nel documento approvato all’unanimità dalle centinaia di dipendenti presenti all’assemblea: accordo per la cassa integrazione, interruzione della fuoriuscita di attività (cioè il passaggio a Air Italy), unificazione in un vettore, lista unica del personale, rilancio produttivo aziendale e accordo integrativo del contratto.
“Chi guida il progetto dei licenziamenti ha ingoiato la revoca della procedura imposta dalla nostra mobilitazione, ma certo non ha ancora rinunciato alla mattanza occupazionale”, scrivono nel documento le sigle sindacali, che invitano i dipendenti all’unità, perché “nel mese di incontri che ci aspettano ci sarà il tentativo di comprarci con uno sconto sul numero dei licenziati. Sta a tutti noi imporre il rispetto della piattaforma unitaria”. Solo con l’unità, per i sindacati, sarà possibile dire “no ai licenziamenti”. Un risultato raggiungibile solo attraverso “un esplicito mandato alla rappresentanze”, affinché non venga raggiunto “nessun accordo che preveda la messa in mobilità”. Secondo i sindacati, a Meridiana servirebbe “il taglio e la sostituzione del gruppo dirigente con due soli manager del settore e un’alleanza con un network globale”. Domani la protesta dei dipendenti della compagnia aerea si trasferisce a Roma, dove è in programma un nuovo incontro nella sede del Ministero del Lavoro.